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Metalmeccanici presidio 2023
Economia
Presidio

«Chiediamo sostegno al settore metalmeccanico»

Ieri anche ad Asti la mobilitazione promossa dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil – Al centro gli effetti del processo di transizione ecologica sulla produzione industriale

Quattro ore di sciopero per ribadire la centralità del lavoro metalmeccanico.
Parliamo della mobilitazione svoltasi ieri (venerdì) anche ad Asti, come in tutto il Nord Italia, organizzata dai sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, e che sarà replicata lunedì 10 luglio nel resto d’Italia. Ad Asti i manifestanti si sono ritrovato sotto la Prefettura, dove hanno consegnato il documento contenente le ragioni della protesta.
«Il settore metalmeccanico – ha spiegato Silvano Uppo (Uilm Uil) – sta vivendo una situazione molto delicata. Nell’Astigiano, così come in tutta Italia, stanno ancora lavorando aziende legate alla produzione del motore termico, ma l’iter di transizione verso il motore elettrico è già stato avviato, con tutte le conseguenze pratiche sul mondo del lavoro che comporterà. Saranno infatti necessari molti meno addetti, perché quel tipo di motore comprende meno componenti, e più specializzazioni in campo elettrico ed elettronico».

Le richieste

«Tradotto – ha continuato il collega Vito Carelli (Fiom Cgil) – significa che questo passaggio dovrà essere sostenuto da investimenti pubblici, grazie al PNRR, che favoriscano gli investimenti delle imprese verso la transizione ecologica, abbinati ad una riforma degli ammortizzatori sociali con strumenti e fondi a disposizione adeguati ad una trasformazione così importante. Per questo chiediamo a livello nazionale l’apertura di tavoli di confronto su settori e filiere in difficoltà per definire piani di sviluppo».
D’accordo Luca Tona (Fim Cisl) che ha aggiunto la necessità di «investimenti a livello di formazione e riqualificazione dei lavoratori».

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