L’avvocato Avidano riconfermato segretario per la sezione di Asti
Altri due anni a difesa della professione forense sperando che a fine mandato sia del tutto superato lo tsunami Covid.
Sono quelli che aspettano l’avvocato Alberto Avidano, segretario astigiano della Camera Penale di Piemonte e Valle d’Aosta, riconfermato alle elezioni che si sono tenute nei giorni scorsi.
Superfluo chiedere quali siano le criticità del mondo forense astigiano. La prima, come per gli avvocati di tutta Italia, è l’emergenza pandemica.
«I rinvii e gli accumuli di sentenze a causa del Covid hanno impattato su un sistema giudiziario già sovraccarico per la sua cronica lentezza e mancanza di personale strutturale – dice l’avvocato Avidano – Anche se, va detto, guardando altri tribunali italiani, a quello di Asti vanno riconosciuti grandi sforzi per far ripartire il settore penale». Le udienze sono riprese dopo il lockdwn della primavera abbastanza in fretta ma a causa della necessità di evitare assembramenti, si sono “spalmate” su più giorni con pochi processi al giorno e rinvii lunghi per quelli con tanti testi.
«Noi avvocati registriamo grandi difficoltà soprattutto con le cancellerie. Non vogliamo addebitare colpe a nessuno, ma le nuove regole di distanziamento che impongono sempre gli accessi su appuntamento, le assenze per smart working o per malattia rendono davvero complicato e lungo interloquire con questa fondamentale componente del settore penale».
Ma il Covid rischia di stravolgere l’essenza stessa del codice di procedura penale.
«A livello nazionale l’Unione Camere Penali è frontalmente contraria allo svolgimento di qualsiasi udienza da remoto – spiega ancora l’avvocato Avidano – Già oggi, ad esempio, in Appello c’è stata una sostanziale “cartolarizzazione” delle udienze. Noi, a livello locale, siamo d’accordo su alcuni tipi di udienze in remoto come le camere di consiglio per le opposizioni, o le prime udienze penali in cui si depositano solo le liste testi e si fissa il rinvio. Ma quando si tratta di ascoltare testimoni, consulenti o in fase di discussione bisogna assolutamente mantenere la presenza. Ogni difensore deve poter efficacemente interloquire con i testimoni e discutere guardando negli occhi il giudice».
Toccando un altro aspetto per niente secondario.
«E’ indubbio che questa emergenza possa portare ad una maggiore digitalizzazione del processo e questo, non lo nego, va anche a beneficio degli avvocati per alcuni aspetti. Penso, ad esempio, alla produzione digitale dei fascicoli che eviterebbe anche notevoli produzioni cartacee. Ma qualunque passaggio al digitale, emergenza o non emergenza, deve essere previsto dalla legge».
Daniela Peira