Nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 20 giugno scorso dal G.I.P. di Asti nei confronti di Roberto Vinotti, classe 1983, già detenuto per questa causa; Emanuel Olivieri, classe 1983, già detenuto per questa causa; Angelo Vinotti, classe 1985, residente ad Asti; Samuel Massa, classe 1984, residente a Torino.
Ad eseguirla, nei giorni scorsi – nelle province di Alessandria, Cuneo e Vercelli – i militari del Nucleo Investigativo di Asti, attivamente supportati dai Comandi territorialmente competenti.
Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine pluriaggravate in abitazione mediante raggiro ai danni di persone anziane.
Le indagini
Questo provvedimento restrittivo costituisce il completamento delle strutturate e complesse indagini svolte dal Reparto operante a partire dallo scorso mese di gennaio, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, e che hanno già consentito, il 16 maggio scorso, di arrestare 7 componenti del gruppo criminale (tra cui Olivieri Emanuel
e Vinotti Roberto), coinvolti in 18 episodi delittuosi in danno di anziani commessi mediante il noto raggiro del “finto tecnico dell’acquedotto”.
La successiva progressione delle indagini, da cui scaturisce la presente ordinanza cautelare, ha portato all’identificazione di due nuovi componenti del sodalizio e documentare ulteriori 13 raggiri commessi tra aprile e maggio di quest’anno in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, caratterizzati anche dalla figura del “finto carabiniere”, utilizzata per rassicurare le vittime durante i falsi controlli idrici eseguiti dai complici all’interno delle abitazioni degli anziani.
Dove si sono verificati i fatti
Nello specifico, sono stati attribuiti a vario titolo agli indagati episodi criminosi verificatisi ad Asti, Poviglio (RE), Bruno (AT), Castell’Alfero (AT), Camerano Casasco (AT), Neive (CN), Caresana (VC), Prarolo (VC), Calendasco (PC), Pecetto di Valenza (AL), Villanova D’Ardenghi (PV), Cereseto (AL) e Garlasco (PV).
Inoltre, come già contestato nel precedente provvedimento restrittivo, per alcuni fatti, è stato rubricato il delitto di rapina pluriaggravata per l’accertato uso di sostanze urticanti durante l’azione criminosa, circostanza perfettamente riscontrata nel corso delle perquisizioni eseguite il 16 maggio con il sequestro di diverse bombolette di spray anti-aggressione.
Nel complesso, i proventi delle illecite attività predatorie contestate alle persone indagate si aggirano attorno a centomila euro.
Gli arrestati sono allo stato gravemente indiziati dei delitti contestati. La loro posizione verrà vagliata dall’autorità giudiziaria nel corso delle successive fasi processuali e definita solo all’esito dell’emissione di sentenza di condanna passata in giudicata, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.