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Viale, Alustrategy: sospeso dal giudice il provvedimento di trasferimento a Torino di due lavoratrici

Il provvedimento è stato impugnato dalla Fiom Cgil per comportamento discriminatorio e condotta antisindacale

C’è voluto l’intervento del giudice per ottenere la sospensione del trasferimento di due lavoratrici della Alustrategy di Viale. Le due dipendenti, entrambe impiegate a tempo indeterminato, avevano ricevuto all’inizio di agosto una comunicazione dall’azienda che trasferiva la loro sede di lavoro presso uno studio di commercialisti a Torino.

Al loro fianco si è schierata la Fiom Cgil di Asti che ha immediatamente attivato un’azione legale per comportamento discriminatorio e antisindacale ex art.28. Il provvedimento è stato indirizzato, infatti, a Sonia Pilati, Rsu aziendale (rappresentante sindacale), Rsl (responsabile per la sicurezza dei lavoratori) e funzionaria della segreteria della Fiom provinciale. L’altra lavoratrice colpita dal trasferimento è Carolina Ponce, appartenente alle categorie protette, portatrice di disabilità (ipovedente) certificata dalla legge 104.

Venerdì scorso la Fiom ha organizzato un presidio davanti all’azienda (nella foto) per chiedere all’amministratrice Svetlana Gornova di ritirare il trasferimento.

«Da quando Sonia Pilati è stata eletta Rsu – afferma Vito Carelli, segretario provinciale della Fiom – è stata via via demansionata. Confinata in un ufficio con mansioni non consone al suo impiego, viene spesso redarguita e pressata in modo ingiustificato. Negli ultimi quattro mesi l’azienda ha inoltre iniziato nei suoi confronti un’azione vessatoria con lettere di contestazione e provvedimenti disciplinari. Quello del trasferimento è solo l’ultimo atto di una continua e pressante azione discriminatoria e antisindacale».

A sostegno delle due lavoratrici si schiera anche Renata Sorba, presidente di Apri Asti: «Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà – dice Sorba – la nostra associazione s’impegna quotidianamente non solo per sensibilizzare la cittadinanza sulle patologie che portano ad un deficit visivo, ma è sempre in campo per la difesa dei diritti e contro le discriminazioni di genere. La triste vicenda in cui è anche coinvolta una nostra socia ipovedente mi induce a rivolgere un appello, con grande forza e determinazione, alla titolare dell’azienda per l’atteggiamento e il comportamento scorretto e discriminatorio che sta avendo nei confronti delle due donne e in particolare quella disabile. Il lavoro è un diritto, e pertanto va tutelato e occorre metterci tutta la buona volontà e impegno per creare un ambiente sano ed equilibrato. Ringrazio il sindacato e tutte le persone che si stanno attivando per difendere le lavoratrici e vorrei far sapere alla titolare che sta trasgredendo tutte le leggi vigenti e che va condannata anche dal punto di vista umano. Auspico che si torni al più presto a un dialogo e a una convivenza civile per il bene delle persone coinvolte e soprattutto per l’azienda che, alla luce dei suddetti fatti, può avere un danno oltre che d’immagine, anche economico».

Per ora il trasferimento è sospeso in attesa di una decisione definitiva del giudice.

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