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Cultura e Spettacoli
Incontro

Umberto Spinazzola: «Il mio film? Una storia vera»

Il regista di Masterchef ha presentato “Non morirò di fame”, incentrato sulla situazione dell’alta ristorazione e sullo spreco alimentare

“Non morirò di fame” – il film di Umberto Spinazzola, anche regista del programma “Masterchef Italia” – lo scorso martedì in Camera di Commercio è stato motivo di riflessione e dialogo.
Presenti all’evento, oltre a Spinazzola, anche il giornalista e critico cinematografico Marco Lombardi, l’ideatore degli incontri “Talk in Camera” (nell’ambito della Douja d’Or) Marco Fedele e il vicepresidente della Camera di Commercio di Asti-Alessandria Erminio Renato Goria-
«In questa edizione della Douja d’Or ho voluto parlare di cinema e televisione, di cibo e di vino durante un appuntamento – ha esordito Fedele – che sta riscuotendo sempre più notorietà e attenzione». «Sebbene la Douja sia iniziata da pochi giorni – ha aggiunto Goria – il primo bilancio è positivo, con molta partecipazione da parte della gente».
La storia di “Non morirò di fame” – «film piccolo e indipendente», come lo ha definito il regista – ha già vinto diversi premi e, dopo la prima proiezione, nel 2022 a “Terra Madre Salone del Gusto” di Torino, ha ricevuto anche l’invito ad un importante Festival di New York. Inoltre, ad ottobre verrà distribuito in Canada.
L’uscita in Italia è avvenuta con gradualità. «Regione per regione – ha spiegato Spinazzola – accompagnando, coccolando e proteggendo il film». «Un lavoro che tratta un tema interessante  e attuale», ha sottolineato Lombardi.

La storia

Girato a Torino, racconta la storia di uno chef stellato che, dopo il fallimento della sua attività, diventa un senzatetto e riesce a sopravvivere e a redimersi raccogliendo gli scarti alimentari trovati nell’immondizia dei mercati, dei supermercati e dei ristoranti. Cibo buttato che Pier (questo il nome del protagonista) recupera e cucina, “salvandolo” così dallo spreco. «Una storia vera di cui mi sono subito innamorato – ha detto Umberto Spinazzola – un nuovo punto di vista nei confronti del cibo, un modo più semplice, quasi francescano di guardarlo. Una visione più concreta e meno modaiola del mondo».
«Si sta scoprendo – ha commentato il regista – che il sistema dell’altissima ristorazione, anche se è quella che consente la ricerca e la sperimentazione, non è più sostenibile. Lo dimostrano i suicidi che avvengono in questo ambiente e le chiusure di ristoranti (una ogni 20 giorni). Forse è il momento di fare una riflessione etica».

L’esperienza a Masterchef

E a questo proposito, parlando di Masterchef, Spinazzola ha detto: «I giovani che partecipano alle selezioni hanno le idee molto chiare: il loro sogno è quello di avere un ristorantino a conduzione famigliare. Quello dello spreco alimentare – ha poi aggiunto ritornando al tema dell’incontro e citando la legge antispreco introdotta dall’on. Gadda – è sempre stato un mio chiodo fisso e, nonostante le tante associazioni come il Banco Alimentare, la conoscenza di questo fenomeno è molto scarsa».
Lo spreco pro capite è drammaticamente alto, circa tre chili a settimana, e questo film lo racconta in modo poetico, delicato, paradossale e semplice, sensibilizzando lo spettatore, aiutandolo a cambiare.

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