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Nizza, punto di primo intervento: “Estensione di orario in modalità inaccettabili”

“La toppa è peggio del buco” – commenta il locale Circolo del Partito Democrativo
Fa ancora discutere in vallata l’estensione dell’orario del Punto di Primo Intervento, al Santo Spirito, grazie alla presenza per 4 ore al giorno dell’ambulanza medicalizzata del 118. «La toppa è peggio del buco – commenta il Circolo di Nizza del Partito Democrativo – un servizio che non garantisce la presenza di un medico dalle 16 alle 20 e lascia solo un infermiere e un oss, peraltro privi di servizi ambulatoriali, a servire gli utenti non può essere considerato un servizio degno di un paese civile e un servizio pubblico dignitoso. L’ambulanza con medico che dovrebbe servire a coprire l’incremento di orario di apertura del PPI. non è ad esclusivo servizio del PPI, ma serve tutto il territorio». Si sostiene la necessità di investimenti importanti sulla sanità territoriale perché «ormai noto a tutti che l’astigiano vive la peggiore condizione ospedaliera unitamente ai servizi  di emergenza e urgenza di tutto il Piemonte».
Con un’ulteriore perplessità: «Siamo molto preoccupati per l’inattività del cantiere del nuovo presidio ospedaliero della Valle Belbo. Gli Assessori Regionali del nostro territorio stanno seguendo il cantiere come richiestogli dal Presidente Cirio il giorno dell’inaugurazione per la ripresa dei lavori?». Sul tema interviene anche Luca Quagliotti, segretario generale Cgil Asti, che accusa Regione e Asl di mossa politica: «Un deja vu della campagna elettore per le amministrative di Nizza: già all’epoca il PPI venne aperto 12 ore per essere poi nuovamente chiuso dopo il voto. A noi pare evidente che si tratta di un’apertura a cui il direttore generale dell’ASL di Asti è stato costretto dalle pressioni della politica. Altrettanto evidente che quell’accordo preveda rischi per la cittadinanza, perché i cittadini potrebbero trovarsi ad accedere al Punto di primo intervento in orari in cui non c’è il medico, uscito per svolgere il suo lavoro sul 118».

Prosegue il segretario: «Se, a causa della carenza di personale, non si possono fare bene le cose allora è meglio non farle. Non si può dare alla cittadinanza una parvenza di sicurezza sanitaria rischiando in realtà di non fornire loro le risposte necessarie. Chiediamo che le campagne elettorali restino fuori dalla gestione della sanità».

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