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Lavoro, Salute, Diritti: «Diamo ad Asti la scossa del cambiamento»

Lunedì si svolgerà, tra le piazze cittadine, il corteo promosso dalla Cgil con varie associazioni contro l’impoverimento sociale, economico e lavorativo del territorio

La “Via Maestra” del titolo della manifestazione, promossa dalla Cgil di Asti insieme a numerose associazioni nazionali e locali, è la Costituzione che resta il faro guida per contrastare povertà, ingiustizie, problemi sociali e occupazionali il cui effetto è quello di portare il nostro territorio a essere sempre più povero e precario da molti punti di vista. “Di piazza in piazza”, sempre nel titolo dell’iniziativa, vuole invece richiamare i cittadini che condividono le preoccupazioni crescenti e dare al territorio «una vera e propria scossa». Lunedì 2 ottobre, alle ore 18, si svolgerà ad Asti il corteo per la difesa della Costituzione, per la pace, il lavoro, i salari, contro la precarietà, la povertà, per il diritto alla casa, alla salute e per la riforma delle pensioni.

Il percorso e l’appello ai cittadini

Il corteo si incamminerà dall’Atc di via Carducci per poi toccare le piazze Cattedrale, Roma e Medici con arrivo in piazza San Secondo. I partecipanti invocheranno un forte cambiamento di rotta, locale e nazionale, facendosi portavoce di chi sta sentendo sulla propria pelle le sempre più crescenti disparità tra ricchi e poveri «Nell’Astigiano circa 2.250 persone hanno perso il reddito o la pensione di cittadinanza – spiega Luca Quagliotti, segretario provinciale della Cgil – e ancora non si sa come verranno aiutate dal governo. Asti è una delle province più povere d’Italia, la più povera del Piemonte dopo il VCO. All’inizio dell’anno ben 600 persone attendevano una casa popolare e 48 erano in emergenza abitativa tenuto conto che ci sono almeno 1.500 alloggi vuoti che non vengono affittati nonostante le 8 mensilità garantite dal Comune per morosità incolpevoli». A ciò si aggiunge il quadro economico molto difficile. «Il 2022 si è chiuso con quasi il 19% in meno di imprese sul territorio e un più 25% di fallimenti concordati – continua il sindacalista – Il 4,3% di aumento occupazionale è basato sulla precarietà perché ad Asti, nel corso del 2022, abbiamo avuto l’89% di contratti precari attivati, dai lavori di somministrazione ai tempi determinati per non parlare di quelli in staff leasing che, di fatto, sono altrettanto precari». Una provincia, la nostra, dove per ogni lavoratore c’è un pensionato. «Solo il Nord e il Sud dell’Astigiano riescono ancora a reggere l’impatto, mentre il capoluogo affanna».

L’emergenza abitativa

Insomma, problemi di ogni tipo che tocca con mano il Coordinamento Asti Est: «Continuiamo a proporre il diritto alla casa perché è primario e senza il quale non si può parlare di una vita degna – osserva Luisa Rasero – Per questo chiediamo al Comune di attivarsi con il Ministero della Difesa per chiedere il comodato d’uso della palazzina di via Allende da destinare ad alloggi popolari».

I tanti timori sulla Sanità

Sul fronte della Sanità i promotori del corteo sono molto preoccupati perché il futuro non sembra riservare nulla di buono. Ne è convinto Enrico Mirisola, infermiere pediatrico e segretario provinciale del sindacato Nursing up.

«L’ospedale di Asti assume, fa concorsi, ma superato il periodo di prova, quando si passa a tempo indeterminato, c’è chi va altrove e questo impoverisce anche le eccellenze presenti. Ai corsi di laurea di infermieristica ci sono sempre meno iscritti mentre un altro tema scottante è quello dei medici gettonisti. Ne abbiamo da 1.500 euro a turno per ogni notte di lavoro fatta – aggiunge Mirisola – Tra i tanti problemi abbiamo anche le liste d’attesa bibliche e la risposta non può essere la Sanità privata convenzionata perché a lungo non è sostenibile».

Timori evidenziati anche da Enrico Bestente della Casa del Popolo che ricorda non solo come il 30% dei cittadini non si rivolga più alla Sanità pubblica, «ma molti rinunciano proprio a farsi curare dati anche i tempi di attesa che non rispondono alle reali necessità».

Per fermare il declino potrebbe giocare un ruolo strategico il polo universitario di Astiss, ma anche qui le criticità, secondo i promotori del corteo, non mancano.

«Il Consorzio universitario non ha una visione in prospettiva – spiega Mauro Ferro delle Acli – Ci sarebbero dei percorsi per dare risposte, ma occorrerebbe potenziare l’offerta dei corsi con caratteristiche proprie che oggi mancano». Da qui l’invito diretto al polo universitario «affinché punti a corsi più affini con il territorio, come l’enomeccanica, o inerenti il Museo dei Fossili di cui Asti è sede».

«Sia chiaro che non stiamo facendo opposizione al sindaco Rasero, – concludono i promotori del corteo – ma ponendo delle questioni: il sindaco le faccia sue e dia risposte a chi ha perso il lavoro o attende una casa».

Il corteo di Asti, che si concluderà con l’intervento del segretario generale della Cgil Piemonte, Giorgio Airaudo, anticiperà la mobilitazione nazionale prevista per il 7 ottobre.

[foto Ago]

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