Sono partiti dalla chimica, hanno attraversato storia ed educazione civica e sono finiti al teatro: un viaggio interdisciplinare emozionale quello che le tre classi della scuola media di Montafia hanno fatto per onorare il Giorno della Memoria. Un po’ a distanza, un po’ in presenza distanziati, i ragazzi non si sono fatti fermare dalla pandemia per dire la loro sull’orrore dell’Olocausto.
Guidati da un team di professori (Silvana Baiotto, Tiziana Scapaccino, Francesca Malerba, Agnese Fornaris e Davide Chiolero) con l’approvazione della dirigente Silvia Montersino cui docenti e ragazzi hanno dedicato il progetto e la supervisione dell’Israt nella persona di Paola Malandrone, gli attori in erba hanno presentato il loro lavoro lunedì scorso.
Un punto di vista diverso e inedito dell’Olocausto, che ha messo insieme le conoscenze e le competenze scolastiche degli alunni di tutti e tre gli anni delle medie.
Dalla fredda analisi dei componenti chimici dei veleni usati nelle camere a gas alle radici dell’istituzione della Giornata della Memoria decisa dall’Onu nel 2005 con le ragioni storiche che l’hanno motivata.
E poi la straordinaria figura di Primo Levi, il chimico che meglio di altri ha trasmesso in letteratura l’orrore della Shoah. I ragazzi di terza media hanno letto e riassunto la sua raccolta di racconti della tavola periodica e hanno scelto di presentare le loro riflessioni attraverso un Tg fuori dal tempo che citava in forma giornalistica le tappe storiche degli eventi con le immagini dei luoghi simbolo del genocidio. Mentre i ragazzi di seconda media ne hanno fatto una transposizione teatrale in sintesi. I ragazzi di prima media hanno invece lavorato sul pensiero di Levi sul fascismo e sulla sua sensibilità di “poeta della chimica”.
Non potevano mancare le dure critiche di Liliana Segre sull’indifferenza che ha accompagnato e sostenuto l’Olocausto lette dai ragazzi di terza.
I docenti che hanno lavorato al progetto si sono lasciati sorprendere da un pezzo di lavoro che i ragazzi di prima media hanno organizzato in piena autogestione, ovvero un proclama, commovente, contro le ingiustizie e le violenze declamato dopo aver allestito la propria aula in una scena contro lo sterminio dei Ebrei. All’ingresso dei professori si sono alzati in piedi tutti insieme e invece di salutarli con il solito buongiorno, hanno recitato le loro emozioni in versi. Per non dimenticare.
d.p.