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Il Pd lancia l’allarme: «Definanziando il Pnrr l’Astigiano rischia 251 milioni»

Il partito di centrosinistra elenca le opere che sul nostro territorio potrebbero non avere la copertura finanziaria, ma il vicepresidente della Regione replica: «Inutile allarmismo»

Più che una sforbiciata sarebbe una ghigliottinata quella che si abbatterà sui finanziamenti del Pnrr in Piemonte e anche nell’Astigiano. La Regione perderebbe oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro, ma la nostra provincia 251 milioni destinati a 817 progetti. A lanciare l’allarme è il Partito Democratico che ha voluto scoperchiare il possibile vaso di Pandora chiedendo agli enti locali di farsi portavoce del rischio nato dopo l’annuncio del piano Fitto-Meloni di rinegoziare il Pnrr definanziando, totalmente o in parte, misure per un ammontare complessivo di 15,9 miliardi di euro.

«Misure che, secondo le intenzioni, – spiegano dal Pd – si salveranno solo se si troveranno altre forme di finanziamento. In particolare, si andrebbero a “tagliare” 6 miliardi di interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni, 3 miliardi e 300 milioni di investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale; 1 miliardo e 287 milioni euro destinati alle misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrologico. Il Piemonte risulta essere tra le Regioni più penalizzate».

Se il presidente dell’Anci, Antonio DeCaro, ha lanciato l’allarme per una scelta che reputa profondamente sbagliata perché interessa «opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili», il Pd astigiano vuole focalizzare l’attenzione sul nostro territorio chiamando in città il vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle. «Mentre rischiano di venire sacrificati progetti importanti che i nostri Comuni contavano di realizzare con i fondi Pnrr e che in molti casi sono già in stato avanzato di realizzazione, – commenta Valle insieme al consigliere regionale Maurizio Marello – il Presidente Cirio è silente. Non una parola di preoccupazione né l’annuncio di un’iniziativa. Perché Cirio non si fa sentire? È d’accordo che vengano definanziate opere in Piemonte per 2 miliardi di euro, tra le più utili alla cittadinanza?».

«Asti si è già definanziata da sola»

«Il definanziamento richiesto dal Governo Meloni e avallato dalla Giunta Cirio va a sommarsi alla nefasta decisione presa dalla Giunta comunale di Asti, nel dicembre scorso, di rinunciare a 12 milioni per la messa in sicurezza delle scuole per l’incapacità di trovare soluzioni progettuali adeguate – aggiungono i consiglieri comunali Maria Ferlisi, Michele Miravalle, Luciano Sutera e Roberto Vercelli – Insomma, già ad Asti eravamo stati molto bravi a definanziarci da soli i fondi Pnrr e ora ecco arriva pure la richiesta del Governo».

Stando ai dati diffusi dal Pd, nel solo comune capoluogo l’importo finanziato a rischio ammonterebbe a circa 15.895.900 euro la maggior parte dei quali destinati a grandi o medi interventi sugli edifici scolastici. «La nostra amministrazione comunale è talmente avanti nell’incapacità di spendere alcuni fondi che aveva già deciso di non spenderli – incalza il segretario cittadino del Pd Andrea Giarrizzo – Non saper spendere fondi così importanti quando ci sono è una mancanza di rispetto del mandato politico ricevuto».

«La scuola Martiri di Asti è uno dei definanziamenti più importanti – osserva Michele Miravalle – In questo caso abbiamo fatto noi un favore al governo rinunciando a immaginare anche forme alternative di cofinanziamento rispetto al Pnrr. Abbiamo deciso di restituire i soldi, ma l’onta rimane tant’è vero che siamo tra gli interventi definanziati più grandi». Per Miravalle c’è anche il problema della scarsità di finanziamenti che il Comune ha portato a casa da gennaio a maggio «per un totale di 8 milioni di euro; peccato che 7,8 milioni riguardano il famoso scorrimento della graduatoria dei finanziamenti sulla scuola Rio Crosio».

Dal consigliere Vercelli l’allarme riguarda, invece, «la perdita di persone che si dedicavano ai bandi e che vanno via dal Comune «perché non hanno nessuna valorizzazione interna».

I finanziamenti a rischio e alcune delle opere interessate

Tra gli interventi che sarebbero a rischio di copertura finanziaria, il Pd ricorda, ad Asti: la ristrutturazione, riqualificazione energetica, messa in sicurezza e abbattimento barriere architettoniche nelle scuole Laiolo (1.440.000 euro) e Santa Caterina (1.424.000); la realizzazione della nuova passerella pedonale di corso Savona (995.000) e l’intervento di manutenzione straordinaria del cavalcavia Giolitti (994.000).

A Canelli i soldi mancherebbero per l’intervento di risanamento conservativo ed efficientamento energetico dell’Istituto Comprensivo in piazza della Repubblica (950.000); a Moncalvo per il consolidamento del movimento franoso, messa in sicurezza e ricostruzione della porzione crollata del muro di sostegno del complesso della Chiesa di San Francesco, oratorio e parco della rimembranza (780.000); a Nizza per la transizione ecologica mediante l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile in diversi immobili comunali (6.900.000) e a San Damiano per gli interventi di mitigazione delle problematiche geomorfologico idrauliche (658.000).

«È giusto che la gente sappia»

«Non dobbiamo fare allarmismo, ma stiamo parlando di progetti che rischiano di saltare perché queste sono risorse su interventi sostenuti dal Pnrr e che vengono meno. – spiega Valle – Non ci saranno più queste risorse, ma il governo ha anche assicurato che in qualche modo le risorse, per i Comuni che non rinunceranno alle opere, salteranno fuori o dai fondi di Coesione del prossimo settennato o da altri finanziamenti. È quindi importante che la gente sappia di questa discussione e si chieda dove si andranno a prendere le risorse per realizzare le opere».

Ma dal Pd rincarano la dose: «Perché far saltare anche progetti che non sono in ritardo sui tempi di realizzazione? Un’amministrazione corretta dovrebbe togliere i fondi a chi è in ritardo, non ai Comuni virtuosi piemontesi. E non ci si nasconda dietro alla proposta di Fitto di utilizzare i fondi di Coesione europei per tappare il buco: l’80% sono destinati al Sud e per il Nord Italia non c’è capienza».

La replica dell’amministrazione e del vicepresidente della Regione Carosso

Interpellata a riguardo, l’amministrazione Rasero si limitata a replicare che nel documento diffuso dal Pd «ci sono lavori non solo già affidati, ma anche già conclusi». Dalla Regione è il vicepresidente Fabio Carosso a rispondere al Pd. «Fa sorridere che qualcuno accusi la Regione di non occuparsi e di non difendere i progetti piemontesi finanziati con il Pnrr, quando solo pochi giorni fa proprio per volontà del presidente Cirio si sono riuniti a Torino tutti i governatori delle Regioni con il Presidente del Consiglio e i Ministri del Governo per una tavola rotonda dedicata al Pnrr. In quella circostanza tra l’altro il ministro Fitto, parlando alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella, ha spiegato punto per punto il meccanismo di garanzia su tutti gli interventi del Pnrr che sono in sicurezza, perché nulla è stato definanziato come qualcuno paventa e il Ministro ha addirittura annunciato un fondo complementare a ulteriore garanzia. […] Chi dice che i progetti sono stati definanziati dice cose non vere. Capiamo la campagna elettorale, ma questo non giustifica creare falsi allarmismi che non trovano nessun riscontro».

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