Gli astigiani Delta N.A. “tra le pagine” del numero di ottobre di “Elle Magazine Korea”.
La rivista ha infatti pubblicato un’opera del duo artistico formato dalla coppia, professionale e di vita, composta da Alessandro Vignola e Neva Epoque, nota per la pittura realizzata in contemporanea a quattro mani.
Particolare il motivo della pubblicazione. «Nei giorni scorsi – spiega Alessandro Vignola – siamo stati contattati da una redattrice della rivista. Ci spiegato che stava per pubblicare un articolo incentrato sul dibattito relativo alla necessità o meno di tenere aperti gli zoo, chiedendoci la possibilità di riprodurre un nostro quadro che, secondo lei, era ideale per aiutare il pubblico a connettersi con l’argomento dell’articolo, dato che propone come soggetti diversi animali».
Il dipinto scelto
Il dipinto, olio su tela intitolato “First Sun” e realizzato nel 2022, era stato esposto in occasione di una mostra di arte pubblica negli Emirati Arabi. «Siamo molto contenti – confida – perché la proposta è arrivata da una rivista nota in tutto il mondo».
Ma la pubblicazione dell’opera sulla rivista non è l’unico legame tra i Delta N.A e la Corea del Sud. Dal 3 gennaio al 28 febbraio, infatti, inaugureranno una mostra personale con diverse opere inedite, presso la Gallery Venus di Seul, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura e l’Ambasciata italiana della città.
«Saremo presenti nella capitale durante il periodo della mostra – annuncia – in quanto l’istituto sta organizzando una serie di incontri, denominati “Artist Talk”, in cui illustreremo la tecnica di pittura a quattro mani e i significati della nostra arte».
Il nuovo progetto
Nel frattempo i due artisti stanno lavorando ad un ulteriore progetto: i ritratti su commissione. «Si tratta di una nuova tecnica che ci ha richiesto tre anni di preparazione – conclude – e che consiste nel ritrarre più la personalità che il volto. Partiamo dal disegnare il viso della persona, dopodiché seguiamo istintivamente ciò che ci racconta a livello di personalità, ispirandoci paesaggi, flora, fauna, e arrivando così ad un’opera a metà tra l’astratto e il figurativo, in cui il viso da cui siamo partiti scompare del tutto. Una modalità che riteniamo innovativa e interessante, di cui hanno già parlato alcune riviste di università americane».