Oltre 100 giovani in scena tra solisti, cori, orchestra e macchinisti. Sono i ragazzi che daranno vita all’opera “L’ultimo principe” del compositore Carlo Galante e del librettista Giuseppe Di Leva, in prima esecuzione assoluta sabato 28 ottobre alle 21 al Teatro Alfieri di Asti.
Sì, perché sarà un’opera concepita per i giovani e realizzata dai giovani. Ad interpretarla 60 ragazzi dell’istituto di musica Verdi di Asti, della scuola comunale di musica di Mondovì e dell’istituto di musica Antonio Vivaldi di Busca. E’ infatti una coproduzione della Fondazione Academia Montis Regalis (che gestisce le due scuole cuneesi) e di Maestro Società Cooperativa, in collaborazione con l’associazione culturale “I musici di Santa Pelagia”, che si occupa dell’istituto Verdi, l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, l’Amministrazione Comunale di Asti e l’Aiam (Associazione italiana attività musicali).
L’evento
A presentare l’evento, nei giorni scorsi in conferenza stampa, il sindaco Maurizio Rasero, il dirigente del settore Cultura del Comune Angelo Demarchis, il compositore dell’opera Carlo Galante, la regista Maria Paola Viano e Maurizio Fornero, cui è stata affidata la direzione musicale.
«Ci ritroviamo dopo un anno – ha ricordato Fornero – per proporre un nuovo appuntamento con l’opera contemporanea, in linea con il nostro impegno che prevede di metterne in scena tre nel periodo compreso tra il 2022 e il 2024. Ma perché parliamo di opere contemporanee? Perché si tratta di un’operazione educativa e formativa per i ragazzi. L’opera, infatti, rappresenta l’unione di più arti e consente di lavorare su libretto, partitura e forma scenica. I nostri studenti hanno cominciato ad occuparsene alla fine dello scorso anno scolastico e hanno vissuto anche un’esperienza di cinque giorni in montagna tutti insieme per coordinarsi nella preparazione. Non solo: vivranno un’intera settimana in teatro prima della messa in scena, un’esperienza che rappresenta per loro un vero e proprio valore aggiunto».
D’accordo la regista Paola Viano. «La partitura – ha indicato – è stata composta per una compagine di voci bianche e per solisti giovani, ma non è per nulla infantile. E’ puro teatro contemporaneo fatto dai giovani, che sono i veri protagonisti, in modo che si metta in moto la loro creatività, fantasia e fisicità».
La scenografia
La parte visuale è stata curata dagli studenti del corso di Scenografia dell’Accademia Albertina di Torino. «Hanno cominciato a lavorare – ha spiegato Paola Viano – alla fine del 2022. E’ stato un lavoro lungo e complicato, dato che ha previsto la sintesi di varie proposte emerse, al termine del quale si è arrivati ad una scenografia molto essenziale (ma non banale) ed evocativa. La storia è infatti ambientata nel Medioevo, periodo non illustrato ma evocato: ovvero, la scenografia è incentrata su ciò che la mente contemporanea può immaginare di quel periodo storico».
La storia
La vicenda de “L’ultimo principe” è tratta da una storia vera. Corradino, ultimo discendente della potente dinastia Hohenstaufen, scende in Italia con un piccolo esercito con l’intento di riconquistare il regno che era appartenuto a suo nonno, Federico II. Il sedicenne pretendente al trono arriva in una Roma abbandonata da tutte le autorità, dove viene incoronato quasi per scherzo. Procedendo nel suo viaggio di riconquista, trova a Tagliacozzo la sua nemesi, Carlo d’Angiò, che sconfigge il suo esercito. Corradino e suo cugino Federico allora fuggono, ma saranno ben presto catturati in Maremma e portati a Napoli, dove verranno decapitati. Ancora oggi le anziane della città piangono davanti alla tomba del fanciullo presso la Chiesa del Carmine.
Nell’opera la vicenda vera si trasfigura in una fiaba: non solo per il modo in cui viene raccontata, ma anche perché le tappe del viaggio dei due ragazzi sono la raffigurazione in chiave simbolica del rito d’iniziazione che un ragazzo deve superare per entrare nella vita adulta. Le nove scene che scandiscono questo viaggio – al tempo stesso reale e iniziatico – sono segnate dalla giocosità stravagante dei molti personaggi che interagiscono con i due ragazzi, tra cui contadini spazientiti, marinai ironici, ubriachi molesti, cortigiani adulatori e minacciosi messi papali.
Il commento del compositore
«E’ nella contemporaneità che il genere procede e si rinnova. Questa operazione è un’azione salvifica nei confronti dell’opera, in quanto la chiusura verso la novità che la caratterizza le sarà fatale».
Così ha commentato l’operazione il compositore Carlo Galante, che ha anche sottolineato la sua passione nei confronti del genere fiabesco, per poi ricordare la genesi dell’opera. «Alla fine degli anni Novanta – ha spiegato – avevo scritto un’opera intitolata “Corradino”, sempre su testi di Giuseppe Di Leva, che però non si sapeva con certezza a quale pubblico fosse rivolta, se agli adulti o ai ragazzi. Così, durante il lockdown, ho ritrovato la partitura e l’ho riscritta, stravolgendola, per cui le ho anche cambiato titolo in “Ultimo principe”. E’ stata la prima volta che ho lavorato solo con ragazzi e senza l’apporto di attori professionisti: un’esperienza bellissima».
«Ora – ha aggiunto Giuseppe Di Leva nel suo messaggio di saluto, letto da Maurizio Fornero in occasione della presentazione – è un’opera decisamente rivolta ai più giovani».
Biglietti
Biglietti: 12 euro interi, 8 euro ridotti, in vendita presso la biglietteria del Teatro Alfieri (0141/399057). Per informazioni e prenotazioni: 0141/1706904, segreteria.asti@musicidisantapelagia.com.