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Il caso

Dopo lo scoppio della querelle, il sindaco di Asti fa rimuovere dal municipio la bandiera di Israele

Il sindaco Rasero: «Ho usato lo stesso metro adoperato dopo l’invasione dell’Ucraina, ma fatti i dovuti accertamenti la rimuoviamo e non ne saranno esposte altre»

Dopo lo scoppio della guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e i terroristi di Hamas, Asti ha preso una posizione esponendo, sulla facciata del municipio, la bandiera di Israele. La stessa è stata esposta nel balcone dell’ufficio del sindaco Maurizio Rasero dopo che gli è stata consegnata dal presidente dell’Associazione Italia Israele, l’ex sindaco di Asti Luigi Florio.

Si tratta di una bandiera dello Stato Ebraico donata all’associazione dalla Comunità Ebraica di Torino. «Ringrazio il sindaco Rasero per la sensibilità dimostrata in un momento così difficile per il popolo israeliano e per tutto il mondo libero», ha osservato Luigi Florio dopo l’esposizione sul balcone di piazza San Secondo.

Ma quel gesto di solidarietà al popolo di Israele ha scatenato una querelle in merito non solo all’opportunità di esporre la bandiera, ma anche al diritto di poterlo fare. Querelle che si è conclusa poco fa con la rimozione della bandiera.

«Non in nostro nome sul balcone del Comune, che dovrebbe essere la casa di tutti, sventola la bandiera dello Stato di Israele. – hanno commentato dal Coordinamento Asti Est – Uno stato occupante, che da decenni condanna la popolazione palestinese ad un atroce apartheid, uccidendo vite, distruggendo case, sradicando coltivazioni, appropriandosi delle fonti d’acqua, creando milioni di profughi nei paesi vicini. Lo Stato di Israele ha diritto di esistere, lo Stato di Palestina anche. E invece questo diritto viene costantemente negato, perfino a dispetto di svariate risoluzioni dell’Onu».

In un luogo comunicato stampa il Coordinamento Asti Est ricostruisce anni di tensioni, conflitti e violenze compiute nella Striscia di Gaza. «Chiediamo che dal balcone del Comune di Asti sia apposta, al posto della bandiera di una delle parti in conflitto, la bandiera della Pace. – hanno aggiunto dal Coordinamento – Come diceva una bella vignetta di Vauro di questi giorni: “E prima eravamo tutti ucraini, e adesso siamo tutti israeliani… non potremmo essere tutti semplicemente esseri umani?”».

Alle parole del Coordinamento Asti Est fanno eco quelle del gruppo consiliare di minoranza Uniti si può che cita l’Ufficio del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito alla possibilità di esporre bandiere straniere su un pubblico edificio, compresi i municipi. Sito web nel quale viene riportato che un ente o ufficio pubblico non può esporre bandiere straniere, salvo in occasione di incontri internazionali.

«Pertanto, la bandiera israeliana che sventola dal balcone del Comune da alcuni giorni è in palese contrasto con le disposizioni vigenti e va immediatamente rimossa. – hanno incalzato da Uniti si può – Chi amministra non può tifare per l’uno o l’altro Stato in guerra imbandierando le città: in primis per una questione di neutralità degli enti pubblici, come riportato nelle risposte del Ministero, e poi, ricordiamocelo ogni tanto, perché l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e di risoluzioni delle controversie internazionali. Non a caso, basta fare una ricerca su Google, il Comune di Milano due giorni fa aveva issato la bandiera bianca con la stella di David sulla propria facciata per poi fare immediatamente marcia indietro».

«In merito alla nostra Amministrazione, – ha continuato la lista civica di minoranza – ribadiamo al sindaco l’urgenza di togliere la bandiera Israeliana dal Comune e gli consigliamo di approfondire coi suoi radicati contatti in Cina i motivi per cui questo grande Paese ormai legato a doppio filo ad Asti abbia deciso di schierarsi dalla parte dei Palestinesi: ne scoprirà un punto di vista fruttuoso tanto quanto i suoi viaggi in Asia».

«Stiamo parlando delle stesse persone che mi chiedevano di esporre la bandiera dell’Ucraina? – ha quindi replicato il sindaco Rasero interpellato al telefono dal nostro giornale – Ho usato lo stesso metro adoperato dopo l’invasione dell’Ucraina, un Paese che subito un forte torto da un altro. Io sono per la diplomazia, non certo per la guerra e se Israele dovesse procedere a un’invasione di terra ovviamente le condizioni cambierebbero. In ogni caso, accertato con gli uffici che le linee guida non permettono di esporre bandiere di altri Paesi sulla facciata del municipio, da oggi questa indicazione sarà osservata verso tutti, indipendentemente dalle situazioni. Nessuna bandiera straniera sarà quindi più esposta».

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