Un addio, quello che Giancarlo Girolami ha fatto al Tribunale di Asti, in cui ha deciso di togliersi qualche “sassolino dalla scarpa”.
Da mercoledì, raggiunta l’età della pensione, il dottor Girolami, dopo sei anni di incarico astigiano, ha lasciato la presidenza del tribunale di Asti con una cerimonia di commiato che ha visto la partecipazione dei colleghi giudici, della Procura con il suo capo e i sostituti, del personale di segreteria e cancelleria. Ma con una grande assente: l’avvocatura astigiana.
Non invitata dal presidente che non si è dimenticato dell’esposto che gli avvocati astigiani gli avevano fatto in merito ad una questione di orari di apertura di ricevimento delle cancellerie.
«Qualcuno avrebbe voluto vedermi andar via già un anno e mezzo fa, invece eccomi qui oggi a fare i saluti, nel giorno in cui vado in pensione» ha esordito nel suo saluto.
Che poi però ha proseguito con la condivisione di alcune riflessioni personali: «Non posso che fare un bilancio positivo della mia storia professionale, perché ho dimostrato a me stesso di aver saputo far fronte agli incarichi che via via mi sono stati affidati, fino a questi 6 anni di presidenza del Tribunale di Asti».
Sei anni in cui i momenti difficili non sono mancati: dalla ormai celeberrima sentenza strappata in aula con condanna dettata senza aver sentito il difensore dell’imputato alla bomba carta fatta esplodere a pochi passi dal Palazzo di Giustizia con un preciso riferimento ad alcuni magistrati in servizio. E poi il Covid.
«E’ stato il periodo in cui ho litigato di più con i miei giudici – ha detto Girolami – perché volevano venire a lavorare in ufficio per portare avanti i processi e i fascicoli. Ho dovuto importi perché per me la tutela sanitaria veniva prima di ogni altra cosa». Ha ricordato i maxi processi sulla criminalità organizzata che «avrebbero “ammazzato” ogni altro tribunale della dimensione di quello di Asti – ha sottolineato – ma grazie allo straordinario impegno dei colleghi, si è riusciti ad affrontare senza ritardare troppo gli altri processi».
Ha affrontato anche il bilancio sulle risorse in dotazione al Tribunale astigiano: «Se come copertura dei giudici siamo sostanzialmente a posto, è nel personale amministrativo e delle cancellerie che ci mancano oltre il 30% delle figure necessarie».
Ha poi chiuso il suo saluto con le stesse parole dette al suo insediamento 6 anni fa: «Un tribunale non è un sentenzificio. Mi rivolgo ai colleghi giudici: non fatevi prendere dalla frenesia dei numeri e delle statistiche di produttività. Ogni fascicolo è unico e dietro a tutti vi sono persone uniche nel loro vissuto, qualunque sia la loro parte nel processo».
Fino alla nomina di un nuovo presidenti, sarà il dottor Paolo Rampini, attuale vicario, a reggere il Tribunale di Asti.
Valorizzazione dei talenti
- Redazione