Poco più di un’ora di fluente requisitoria per tirare le fila di un’indagine non facile, partita come un duplice omicidio per legittima difesa e “precipitato” in un’accusa di duplice omicidio volontario e un tentato omicidio.
Il pm Davide Greco questa mattina ha ordinato tutti quegli elementi che nel corso del processo in Corte d’Assise ha offerto ai giudici popolari e togati per arrivare alla sentenza. Lui, per Mario Roggero, gioielliere di Grinzane Cavour sul banco degli imputati per la morte di due rapinatori, Andrea Spinelli e Giuseppe Mazzarino e il tentato omicidio del terzo complice, sopravvissuto, Alessandro Modica, chiede una condanna a 14 anni.
Perchè per lui quegli spari non furono affatto dettati dalla necessità di difendersi e di difendere moglie e figlia in negozio; per il pm Greco, Roggero si è fatto travolgere dalla rabbia repressa a seguito della condanna (secondo il gioielliere mite) seguita al processo ai malviventi presi dopo una precedente rapina, sempre al suo negozio. In questa seconda rapina, rincorrendo i tre rapinatori e sparando loro contro ha inteso farsi giustizia da solo.
Sul tema delle condizioni dell’imputato al momento del fatto, il pm sposa la tesi del perito del tribunale, dottor Keller e quella della dottoressa Rossetto consulente di parte civile che concludono per una piena consapevolezza del Roggero di quello che stava facendo. O meglio, ritengono che fosse capace di intendere e di volere ma che fosse accecato dalla rabbia per essere di nuovo sotto scacco di un gruppo di rapinatori. E la rabbia, ha ricordato Greco in aula, è una condizione emotiva, non psicologicamente e psichiatricamente apprezzabile dal punto di vista dell’incapacità.
Dunque, nella sua richiesta finale, ha “tradotto” quella rabbia della nuova rapina in un’attenuante dovuta alla “provocazione”, ma sulla sua capacità e lucidità non vuole sentire obiezioni.
Il processo, fin dalle sue prime battute, ha mostrato una situazione unica nel suo genere: una rapina e un duplice omicidio interamente ripresi in video, dalle telecamere interne del negozio e da quelle esterne della videosorveglianza cittadina. Messi insieme tutti i filmati, tutti sono stati spettatori di quanto accaduto quella sera del 28 aprile 2021. E questo lascia pochissimo spazio alle interpretazioni e alle contestazioni. Paradossalmente, quelle stesse telecamere che Roggero aveva fatto da poco installare in negozio proprio per paura di nuove rapine, sono quelle che gli giocano contro nella ricostruzione dei fatti e nell’attribuzione della sua responsabilità da legittima difesa a omicidio volontario.
Nella requisitoria del pm Greco sono entrate anche le numerose interviste e dichiarazioni rilasciate da Roggero a giornali, tv e radio in questi due anni. «Sono vere e proprie confessioni stragiudiziali – ha sottolineato in requisitoria – perchè dimostrano come la versione dell’imputato sia cambiata adattandosi alle risultanze investigative. Prima ha raccontato di aver sparato perchè dentro il negozio gli era stata puntata una pistola in faccia dai rapinatori ed erano state malmenate moglie e figlia poi, quando il video ha restituito un’altra verità, ha detto di aver sparato fuori, in strada, perchè temeva che avessero rapito sua moglie mentre si vede benissimo che non solo le passa vicino, ma la spintona anche per uscire all’inseguimento dei tre fuggiaschi già con pistola in mano e colpi in canna».
Le lettura che il pm dà della personalità di Roggero è quella di un uomo con la sindrome da “giustiziere” che preferisce affrontare con violenza le persone che ritiene gli abbiano fatto un torto piuttosto che rivolgersi alle forze dell’ordine o agli strumenti previsti per far rispettare le proprie ragioni.
Arrivando a questa conclusione sia rileggendo le dichiarazioni molto esplicite rilasciate ad alcuni media nazionali dall’imputato, sia ripercorrendo la dinamica di quanto accaduto in strada subito dopo la rapina e sia ancora analizzando il suo comportamento dopo il delitto. «Ha aspettato qualche minuto, girando con la pistola in pugno da uno all’altro dei corpi senza vita dei due rapinatori a terra, poi ha chiamato i carabinieri dicendo subito che c’erano dei morti. Non ha pensato di soccorrerli o di chiedere l’intervento di un’ambulanza per capire se fosse possibile salvarli. E, ancora, ai carabinieri, ha detto che due erano morti e che uno era riuscito a scappare, quasi che, in quel momento, la priorità fosse rintracciare il fuggiasco e non il fatto che due persone avessero perso la vita osì tragicamente».
L’udienza riprenderà a novembre con l’avvocato Dario Bolognesi, avvocato difensore di Roggero.