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Cultura e Spettacoli
Dibattito

Avviato il confronto sul futuro del festival AstiTeatro

Dal coinvolgimento dei giovani alla comunicazione, numerosi gli spunti emersi in occasione dell’incontro promosso dall’assessore Paride Candelaresi

Nei giorni scorsi i numerosi partecipanti all’incontro indetto dall’assessore Paride Candelaresi per parlare del futuro del festival estivo AstiTeatro hanno trovato sulle poltrone della Sala Pastrone fogli che recavano al centro dei punti di domanda.
«Punti interrogativi – ha spiegato l’assessore – che ci stimolano a domandarci come mai in questi ultimi anni tanti posti da spettatore rimangono vuoti nel corso del festival».
L’intento dell’incontro, cui erano presenti soprattutto operatori del settore, è stato quello di formulare riflessioni costruttive sulla manifestazione. «Un ragionamento generale sulla situazione di AstiTeatro – ha sottolineato l’assessore – una delle manifestazioni più significative di questa città».
Quarantacinque sono state le edizioni del festival che, nei suoi anni d’oro, era conosciuto in tutta Italia, tanto da guadagnarsi intere pagine sui giornali nazionali. «Mentre oggi – aggiunge Candelaresi – ho l’impressione che nemmeno in città se ne percepisca l’importanza».
«Questo – ha aggiunto il dirigente Angelo Demarchis, presente sul palco insieme al direttore artistico del festival, Mario Nosengo – potrebbe essere il primo di una serie di incontri per approfondire l’argomento».
Numerosi i contributi dei presenti. «Trovare una linea, una tendenza, diversificare», ha suggerito lo scenografo Ottavio Coffano. «Quello che adesso vuole la gente è soprattutto leggerezza, divertimento», hanno detto alcuni attori di compagnie amatoriali.

L’attenzione verso i giovani

«Il termine “festival” ha una radice che significa festa – ha sottolineato l’attore Fabrizio Rizzolo, ricordando il Festival di Avignone – e deve essere una festa per tutti. Se vogliamo avere successo dobbiamo crederci, coinvolgere la cittadinanza, ricordando che questo evento è un’esperienza unica».
D’accordo con entrambi si è detto il presidente della Commissione Cultura del Comune, Roberto Venturini. «E’ anche importante “seminare” per il futuro – ha aggiunto – curare i giovani e offrire loro il teatro, dando la possibilità di scegliere».
A questo proposito è stata sottolineata la scarsa presenza di spettatori di età compresa tra i venti e i cinquant’anni. «E allora – ha detto Federica Bergamini, presidente della compagnia amatoriale Fuori di Quinta – bisognerebbe fare più promozione sui canali social».
La necessità di più attenzione verso i giovani è stata sottolineata da tutti. «Bisogna motivarli», ha dichiarato l’attore Antonio Catalano dopo aver ricordato quando, in passato, la gente si portava le sedie da casa per assistere agli spettacoli. «Bisogna incantarli – ha proseguito – andare di persona nelle scuole, raccontare».
Sulle stesse corde, poi, gli interventi dell’attore Massimo Barbero e di Salvatore Leto, per tanti anni direttore del Teatro Alfieri, che hanno sottolineato l’utilità del festival per far scoprire vie e cortili del centro storico.
«Come può il pubblico appassionarsi alla rassegna?», ha infine chiesto Vittoria Briccarello, vicepresidente della Commissione Cultura. «Forse – ha ipotizzato – respirandola tutto l’anno, come succede per il Palio, con un lavoro sinergico tra amministrazione, locali, cittadini e forze dell’ordine».

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