Ventitre anni, Dna intriso di Lucania, l’argento vivo nel sangue e di professione cardarolo. Questo, il profilo di Lorenzo Agatiello (foto), giovanissimo imprenditore dell’omonima azienda agricola a Nizza Monferrato, che conduce con la stessa passione ereditata da nonno Michele e da nonna Rosina, migranti nel Monferrato astigiano, oltre 60 anni fa.
Nella Valle Belbo, regione Serenella, il cui nome è già evocativo di una dimensione di pace e di bellezza, Lorenzo coltiva i rinomati Cardi Gobbi di Nizza Monferrato, presidio Slow Food, coltivato secondo un rigoroso disciplinare che vieta l’utilizzo di diserbanti, erbicidi e antiparassitari chimici. “Tutto lavoro di braccia e a schiena bassa” sorride Lorenzo, forte della freschezza dei suoi anni.
“Tutto è nato un po’ per gioco – ci racconta Lorenzo, tra un colpo di zappa e un passaggio di pala, – già da ragazzino, mi occupavo di lavoretti secondari, ma pur sempre indispensabili, come la pulitura dalle foglie e la preparazione delle scatole; piccole incombenze, di nostalgica reminiscenza, che a poco a poco sono aumentate fino a farmi prendere padronanza e, da adolescente, comprendere che fare il cardarolo sarebbe stato il mio mestiere”.
Il lavoro nei campi inizia a maggio con l’aratura, la fresatura e la semina dei cardi. “Quando sono alti una spanna, si procede col diradamento, per farli crescere più rigogliosi e, nel contempo, si toglie l’erba – racconta il cardarolo monferrino. – Da metà settembre si inizia a legarli con spago biodegradabile; poi, nel mese di ottobre inizia la trasformazione: da cardo verde e dritto diventa gobbo e bianco, grazie ad una specifica tecnica di coltivazione (interramento) esclusivamente manuale, mirata a renderlo croccante, bianco, dolce e tenere. Nessuna irrigazione ma, certamente, un paio di belle piogge l’anno non fanno che bene”.
La raccolta, chiamata in gergo “rancatura”, inizia dalla prima decade di ottobre e si protrae fino a febbraio. Poi, i cardi gobbi si ripuliscono dalle foglie in eccesso e si lavano, per tenerne solo il cuore, che viene sistemato nei box eco di cartone, con tanto di storia e certificazione. “I Cardi Gobbi di Nizza Monferrato sono gli unici che si consumano, anche, crudi, proprio per le loro eccezionali qualità e caratteristiche”.
Ad oggi, i cardaroli che coltivano nel rigoroso rispetto del disciplinare di Slow-Food sono 12 e, come Lorenzo, in gran parte intendono aumentare la loro produzione, per un prodotto di eccellenza che, alla tavola, va a nozze con la Bagna Cauda ma non solo.
Tra un processo di lavoro e l’altro, Lorenzo si occupa anche della vendita diretta ai Mercati di Nizza Monferrato e ai negozi locali, promuovendo la Filiera Corta, il Km0 e lo story telling aziendale.
L’area di produzione del Cardo Gobbo di Nizza Monferrato, di circa 10 ettari per circa un quintale di produzione, è ricompresa nei territori municipali di: Nizza Monferrato, San Marzano Oliveto, Rocchetta Palafea, Incisa Scapaccino, Canelli, Calamandrana, Castelnuovo Belbo, Vaglio Serra e Vinchio.
“Amo il silenzio e il movimento lento della natura, che scandisce la stagione di questi luoghi ameni. Amo stare all’aria aperta e respirare a pieni polmoni, circondato dai miei cani, asinelli e galli. Ad ogni passo mi segue Vanille, la mia fedele amica a quattro zampe, ghiotta della parte tenera del cardo gobbo. Fare il cardarolo è un lavoro certamente faticoso, con processi di lavorazione da farsi al freddo, talvolta, anche tra fango, pioggia o gelo, ma non lo cambierei con altri lavori al mondo. Sono felice, appagato e contento”.
“Storie come questa riempiono il cuore e infondono fiducia per un roseo futuro nel comparto agricolo” apprezzano il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone e il Direttore Diego Furia. “Lorenzo è tra gli esempi più belli delle nostre numerose imprese giovanili, virtuose nella professione e lungimiranti nelle prospettive: punte di diamante della nostra Federazione astigiana”.