L’analisi del vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso (foto) è obiettiva: «Il turismo legato al tartufo è un’ “azienda” che ha tantissimi clienti ma manca il prodotto – afferma – Per soddisfare la richiesta ed evitare che il tartufo provenga da altre parti d’Italia (e non solo), abbiamo pensato di investire sulle tartufaie. Per fare ciò abbiamo emesso dei bandi con fondi regionali ed europei per pulire quelle esistenti (così che tornino produttive) e realizzarne di nuove in terreni individuati dall’Ipla».
Un progetto a lungo termine che va contro tendenza alla cementificazione, alla piantumazione di viti o nocciole e affianca il proprietario terriero con risorse per la gestione del fondo prima che diventi remunerativo (10/15 anni). «Il tartufo è una locomotiva per la nostra ristorazione – conclude Carosso – Il nostro un investimento che guarda ad un futuro di crescita».