Conclusa la mostra dedicata al pittore Mario Bionda, la Fondazione Eugenio Guglielminetti inaugura oggi (sabato ore 17, ingresso libero) una nuova esposizione nei suoi locali al piano terra di Palazzo
Conclusa la mostra dedicata al pittore Mario Bionda, la Fondazione Eugenio Guglielminetti inaugura oggi (sabato ore 17, ingresso libero) una nuova esposizione nei suoi locali al piano terra di Palazzo Alfieri. Loccasione è data dai disegni e monotipi realizzati tra il 1938 e il 1954 dallo stesso Guglielminetti, opere donate alla Fondazione da Giuseppe Orlandi. Erede del Maestro, scenografo e costumista per allestimenti scenici teatrali e televisivi, Orlandi con la propria donazione ha voluto impreziosire lingente patrimonio artistico della Fondazione, offrendo uninteressante esposizione di storiche testimonianze grafiche dei decenni Quaranta e Cinquanta.
«Le trentacinque opere su carta spiega la curatrice Marida Faussone documentano le esperienze giovanili di Eugenio Guglielminetti, durante gli anni di perfezionamento allAccademia Albertina alle lezioni di Felice Casorati e durante i soggiorni parigini nel Secondo Dopoguerra. Fu quella la stagione più avvincente per la sperimentazione segnica del Maestro, attratto dai linguaggi delle avanguardie storiche e dalle tendenze dastrazione europea. Eugenio Guglielminetti approfondì la ricerca segnica e pittorica, esponendo ad Arte astratta e concreta, rassegna che nel 1951 raccolse alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma i protagonisti dei nuovi linguaggi contemporanei, operanti nelle varie aree nazionali, tra cui Paola Levi Montalcini, Albino Galvano, Filippo Scroppo, Parisot, Munari, Sottsass.»
In mostra compaiono calchi di inclinazione metafisica, esposti alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia; a un periodo successivo risalgono opere dispirazione espressionista e neocubista, fino alla ricerca dastrazione dei lavori che vennero presentati al Circolo La Giostra, punto di ritrovo nel centro storico di Asti per gli intellettuali del tempo. Sul finire degli anni Cinquanta, le geometrie che erano diventate la cifra di Guglielminetti tendono a farsi più dinamiche e con colori che risentono del fermento della pop art. Ma è anche il periodo in cui è maggiore per il Maestro la produzione di scenografie, con soluzioni espressive influenzate dalla varietà di materiali utilizzati, spesso di recupero. La mostra sarà documentata da un catalogo promosso dalla Fondazione e sarà visitabile fino al 19 dicembre, dal venerdì alla domenica con orario 1618.
e.p.r.