È il 16 agosto. Tra saluti e abbracci, Alberto Barolo, 16 anni, meritevole studente del liceo classico di Asti, s’imbarca sull’aereo dei suoi sogni. Destinazione: Norvegia
È il 16 agosto. Tra saluti e abbracci, Alberto Barolo, 16 anni, meritevole studente del liceo classico di Asti, s’imbarca sull’aereo dei suoi sogni.
Destinazione: Norvegia.
In valigia, non mancano i suoi amati dizionari di greco e latino e i libri di testo, perché Alberto non è un turista, ma un exchange student e quello che si appresta a fare non è una gita, ma un’esperienza di vita.
Infatti, ha deciso di frequentare il suo penultimo anno al liceo in un Paese diverso dal suo, così da conoscere altre culture e crescere, come studente e come uomo.
Che cosa ti ha spinto a fare quest’esperienza?
A ottobre dello scorso anno mi sono informato per la frequenza dell’anno scolastico all’estero, presso Intercultura, organizzazione molto seria a cui mi sono affidato.
Mi sono innamorato così dell’idea e ho optato per un paese europeo, la Norvegia, anche se ero tentato pure dalla Nuova Zelanda.
Pensi che sia stata la scelta giusta?
Assolutamente sì. Ciò che più mi ha incantato di questa nazione è il rapporto di mutuo rispetto tra uomo e natura, dal quale ho imparato ad amare le piccole cose. In fondo, il freddo pungente non riesce a gelare i cuori dei norvegesi, che rimangono molto sensibili alla poesia che ci circonda.
Qui, sento di aver trovato una seconda famiglia.
La mia “host mum” ha vissuto a Londra, dunque mi aiuta molto con l’inglese e anche i miei due “fratelli”, Leo, 11 e Annabelle, 8, sono molto simpatici.
E a scuola come ti trovi?
Il sistema scolastico è completamente diverso, perché si concentra più sulle competenze, che sulle conoscenze.
Inoltre, siamo noi a spostarci di aula in aula, così da lavorare spesso nei laboratori, rigorosamente con i computer.
Sono molto digitali e c’è un rapporto informale, quasi d’amicizia, tra allievi e docenti.
Studio diverse materie, tra cui la più complessa per me è storia, perché, nonostante il norvegese sia una lingua piuttosto semplice, faccio fatica a seguire tutto.
Tuttavia, sia compagni sia prof sono sempre pronti ad aiutarmi, anche se talvolta sono distaccati; ho legato molto di più con altri studenti stranieri come me.
Ti manca qualcosa dell’Italia?
Mi mancano la mia solita scuola, i miei compagni, la mia vita quotidiana.
Per fortuna, però, i mezzi di comunicazione di oggi aiutano: non mi sembra di essere così lontano e da così tanto tempo dalla mia famiglia.
La prossima settimana andrò a Oslo per vedere dei papiri greci e respirerò un po’ di aria di casa, prima di tornare a giugno, per il mio ultimo anno di liceo, che in qualche modo sarà anche il mio primo, dopo questa grande opportunità di crescita.
Irene Conte, 17 anni