«Abbiamo detto loro che si tratta di provvedimenti esecutivi e di non aspettarsi condoni o passi indietro da parte dell’amministrazione perché non ce ne saranno» spiega l’assessore alla legalità Marcello Coppo
La chiusura dei campi nomadi di Asti è stato un punto cardine della campagna elettorale culminata con la vittoria del centrodestra. Alla parola d’ordine, “chiuderli”, più volte ribadita dalla componente di Fratelli d’Italia (anche in esecuzione di un ordine del giorno votato in Consiglio) si attendeva la prima mossa del nuovo sindaco.
Così Maurizio Rasero, il vice Marcello Coppo, l’assessore all’urbanistica Andrea Giaccone, l’assessore al bilancio Renato Berzano e l’assessore ai servizi sociali Mariangela Cotto hanno incontrato i rappresentanti delle famiglie che abitano nel campo dei sinti, in via Guerra. Le stesse sono state raggiunte da un’ordinanza di demolizione di numerose case abusive che dovranno essere abbattute. Alcune ordinanze erano già state notificate in passato, per altre si tratta di primi avvisi. I residenti del campo hanno però avuto modo di confrontarsi con gli amministratori sollevando la loro contrarietà a dover procedere con le demolizioni.
«Abbiamo detto loro che si tratta di provvedimenti esecutivi e di non aspettarsi condoni o passi indietro da parte dell’amministrazione perché non ce ne saranno – spiega l’assessore alla legalità Marcello Coppo – Se ritengono ingiusto il provvedimento possono presentare ricorso al TAR; per quanto mi riguarda quel terreno non è edificabile, è in zona a rischio e non può essere condonato in alcun modo». I sinti, che abitano sull’area da molti anni, non avrebbero intenzione di andare via, ma al di là degli abusi edilizi contestati, nessuno di loro avrebbe chiesto una soluzione alternativa come una casa popolare passando, comunque, dalla graduatoria. Dopo l’eventuale pronunciamento del tribunale, se sfavorevole, dovranno abbattere i fabbricati abusivi, acquistare un terreno edificabile, chiedere un permesso per costruire e, ottenere l’abitabilità per una nuova casa.
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Riccardo Santagati