Se il terreno di gioco concede gioia e successo contro lArquatese, il tourbillon dirigenziale pare davvero non dare tregua ai galletti dellAsti Calcio. Dopo la torrida estate, che ha prima
Se il terreno di gioco concede gioia e successo contro lArquatese, il tourbillon dirigenziale pare davvero non dare tregua ai galletti dellAsti Calcio. Dopo la torrida estate, che ha prima costretto i biancorossi alla doppia retrocessione a tavolino dalla serie D alla Promozione e successivamente a iniziare il proprio percorso senza presidente (a causa della cessione societaria al desaparecido Claudio Dondi e dellelezione a presidente della Pro Asti Sandamianese di Pier Paolo Gherlone), nelle scorse settimane il sodalizio di via Ugo Foscolo ha comunicato il nuovo assetto dirigenziale, che prevedeva Marco Boggero nel ruolo di presidente, Angelo Cornaglia amministratore delegato, e il gestore del bar dello stadio Domenico Catarisano vicepresidente.
Lesperienza ad Asti di Cornaglia è durata lo spazio di un saluto, visto che dopo appena pochi giorni il club ha annunciato il suo addio e la decisione di affidare il ruolo di amministratore a Catarisano, mentre nelle scorse ore è caduta come un fulmine a ciel sereno la notizia delladdio ai galletti di Ivan Mercurio. «Mi sono ritirato dal mio incarico di dirigente e responsabile del settore giovanile – commenta un amareggiato Mercurio – poichè non sono concorde sul percorso adottato dal presidente e dallamministratore delegato, non approvo nè le loro linee tecniche nè quelle societarie. Col calcio attuale ho chiuso, questo è un mondo che non mi appartiene». Tra i motivi scatenanti delladdio del responsabile under, la sostituzione del tecnico della Juniores: era tutto fatto con Enrico Ravizzoni, in un amen la dirigenza, ovviamente non concorde con Mercurio, ha deciso di optare su Sollazzo.
Questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso, unita a una evidente differenza di vedute: «Lascio questa società con lenorme soddisfazione di vedere in prima squadra tanti ragazzi del 1998 che ho visto crescere come persone e atleti sin da quando avevano sei anni. Sono orgoglioso di loro e della loro educazione», la chiosa di Ivan. Il club di via Ugo Foscolo sembra proprio non trovare pace: quale sarà il prossimo capitolo della saga biancorossa?
d.c.