Dal Marocco a imprenditore nel settore enologico specializzato nella produzione di macchine per il metodo classico
E’ una storia di riscatto, fortuna e tanto coraggio quella di Hicham Barida, titolare insieme al fratello Adil della Barida International Srl di Canelli, azienda metalmeccanica che oggi esporta in tutto il mondo macchine enologiche per la lavorazione del Metodo Classico. Invitato insieme ad altre realtà economiche e produttive del Distretto industriale canellese alla Fiera dell’enomeccanica in occasione di “Canelli Città del Vino”, in questa tre giorni Hicham ha presentato il meglio della sua produzione e noi abbiamo scoperto così la sua storia di migrante diventato imprenditore. Nato a Rabat e con un passato da sportivo testimoniato da un fisico possente, Hicham negli anni ’80 in Marocco giocava a calcio e a 13 anni fu scelto da un “talent scout” per militare nelle giovanili del FUS Rabat, squadra di serie A.
«Fu un sogno, un trampolino di lancio – ricorda con nostalgia Hicham – Per andare agli allenamenti percorrevo in bicicletta 8 km. I genitori non accompagnavano i figli come qui. Diciamo, però, che mio padre cominciò a interessarsi a quello che facevo quando iniziarono ad arrivare i primi stipendi». Sorriso accattivante, occhi brillanti e con un talento per il pallone, per il giovane Hicham la realtà di Rabat si fa presto sempre più stretta. «Sognavo l’Europa e gli stipendi milionari dei calciatori delle grandi società – racconta – Così cercai fortuna in Francia. Non fu facile, soprattutto sotto il profilo burocratico. Decisi quindi di trasferirmi in Italia dove all’epoca non servivano visti». Hicham, arriva in Piemonte nel 1989 e comincia la sua avventura nel Costigliole, anche se in panchina. Bloccato per il mancato acquisto del suo cartellino, il ragazzo per due anni non può giocare ma intanto comincia a lavorare in una cantina di Calosso. «Poi, qualche tempo dopo fui avvicinato da un imprenditore che mi volle nella sua squadra, il Canelli Calcio. In cambio mi propose un posto nella sua azienda metalmeccanica. Per me fu una scommessa con il destino».
Una scommessa che si rivela vincente, perché Hicham impara i segreti del mestiere e non appena si apre la possibilità, rileva l’azienda con il fratello Adil che nel frattempo lo ha raggiunto in Italia. «All’inizio acquistai le macchine ed eravamo solo io e mio fratello stipati in un garage – ci spiega – Poi ci siamo ampliati». La svolta arriva nel 2006 con la specializzazione nella produzione di macchinari per il Metodo Classico. «Avevamo capito che dovevamo specializzarci in qualcos’altro, tentare nuove strade ma allo stesso tempo non volevamo mettere in difficoltà nessuno. Non volevamo “rubare” il lavoro ad altri, alla comunità che aveva creduto in noi, replicando quanto già si faceva nel distretto. Così ci è venuta l’idea di investire in nuove tecnologie. All’inizio, però, quanto abbiamo “tribolato”!».
L’intuizione, però, si rivela geniale. L’azienda comincia ad esportare in tutto il mondo e lavora con le grandi etichette del comparto. Nel 2012, in piena crisi economica, la Barida Srl si ingrandisce e sorgono nuovi capannoni su una superficie di 2 mila metri quadri in regione Dota con 21 dipendenti. Neppure l’11 settembre 2001 arresta la crescita dei fratelli Barida. «Fu però un momento brutto, di grande paura. Temevamo che a seguito degli attentati, in quanto musulmani, ci sarebbero state ripercussioni sugli affari. Invece, i canellesi non ci hanno mai fatto mancare il loro rispetto».
All’estero, invece, il biglietto da visita è la provenienza e il “made in Italy”. «Mai avuto problemi – continua Hicham – E’ sufficiente dire che lavoriamo a Canelli per stringere gli accordi. Tutti sanno che l’enomeccanica è nata qui». I fratelli Barida hanno saputo costruirsi un’attività di successo, tanto che Hicham, oggi sposato e padre di due figli (Omar e Diego) è stato invitato a prendere parte al secondo forum nazionale sul metodo Classico tenuto a Canelli. Qui, stretta di mano doverosa con l’ospite d’onore Davide Cassani, C.T. della nazionale italiana di ciclismo, per lui che oggi ha abbandonato il calcio per la bicicletta. La passione per il suo primo “amore, però, resta tanto che Barida da anni è tra i dirigenti del Canelli Calcio oltre a sponsorizzare gli amatori del “Bike Canelli”.
Lucia Pignari e Giovanni Vassallo