«La povertà è una pandemia che si sconfigge solo con la solidarietà. A questo riguardo stamattina, qui con voi, ho anche capito che il contrario della pandemia è l’alleanza. L’alleanza fra tante persone, ognuna con il proprio ruolo e talento specifico, tutte contente di ciò che fanno».
Con queste parole il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è intervenuto ieri (lunedì) in occasione dell’inaugurazione dell’ambulatorio “Fratelli tutti” in via Giobert 56. Una struttura ideata e fortemente voluta dalla Diocesi con la Pastorale della Salute guidata da Tiziana Stobbione. Si tratta, nello specifico, di un ambulatorio medico dedicato alle persone indigenti, che prende il nome dall’enciclica di Papa Francesco e il cui nastro è stato tagliato esattamente ad un anno di distanza dalla visita del Santo Padre in città.
Numerose le autorità – civili, religiose e militari – intervenute alla cerimonia, insieme ai rappresentanti delle realtà che hanno contribuito al progetto a vario titolo. In primo luogo l’Asl, rappresentata dal direttore generale Francesco Arena, quindi l’Ordine dei Medici, guidato da Claudio Lucia, l’Ordine degli Infermieri (Stefania Calcari), l’Ordine dei Farmacisti (Aldo Pia), Federfarma (Michele Maggiora) e l’Ordine degli Odontoiatri (Marcella Pavese).
L’intervento del cardinale Zuppi
«Il diritto alla salute è il primo passo per sconfiggere la pandemia della povertà», ha aggiunto il cardinale Zuppi. «Oggi sono contento perché questa è la Chiesa. Una Chiesa di tutti che dispone di quella grande porta che è la misericordia, un sentimento che diventa molto concreto. Anche il nome è significativo: “Fratelli tutti” (che fa riferimento appunto all’omonima enciclica di Papa Francesco, ndr) è un titolo che farà molto piacere al vostro concittadino arrivato dall’altra parte del mondo (il Santo Padre, ndr) che peraltro ci ha aiutati ad aprire gli occhi sul nostro mondo.
Questo titolo significa che non sei un numero, non sei un problema, ma un fratello».
Emozionato e soddisfatto il vescovo Marco Prastaro, che ha condotto la cerimonia affiancato da Tiziana Stobbione, definita «motore dell’iniziativa».
«La nostra volontà – ha affermato il vescovo – era quella di offrire un’opportunità a coloro che fanno più fatica. L’ambulatorio vuole essere un luogo aperto a tutti, a tutti i pensieri, a tutti i credo, perché al centro c’è la persona. Un discorso che vale anche per i volontari. L’ambulatorio deve diventare di tutti. Il titolo indica anche la volontà di lavorare insieme per uno stesso obiettivo».
Le donazioni
Proprio il proposito che ha spinto numerosi club di servizio e associazioni, così come benefattori anonimi, a donare strumentazioni e attrezzature per l’ambulatorio. Il gruppo di preghiera Padre Pio, rappresentato da Ivo Valleri e Rosalia Rinaldi, ha donato un elettrocardiografo, un computer e una stampante; la Fondazione Opera Pia Tellini, rappresentata dal presidente Gerardo Navazio, un defibrillatore; il club di servizio Inner Wheel, presieduto da Simona Boschi (con le associazioni Astro, guidata da Franco Testore, e Con te Odv, che vede a capo Ilaria Lombardi) un monitor multiparametrico; il Rotary club, rappresentato da Maurizio Mela, ha donato con altri club di servizio un ecografo multifunzionale.
La cerimonia si è chiusa con il taglio del nastro, cui hanno preso parte, significativamente, anche persone in difficoltà, scelte tramite lotteria tra coloro che avevano partecipato il giorno precedente al Pranzo di fraternità promosso dalla Caritas.
La struttura
L’ambulatorio sarà operativo da dicembre in via Giobert 56. Saranno a disposizione 25 medici (specialisti in cardiologia, pediatria, chirurgia generale, ortopedia, malattie infettive, terapia antalgica, pneumologia, otorinolaringoiatria, medicina interna, medicina generale, psichiatria, urologia, dietologia e odontoiatria) coadiuvati da 60 infermieri, cui si affiancheranno operatori sociosanitari e volontari che si occuperanno del settore amministrativo.
Chi potrà accedervi e come funzionerà
Per accedere all’ambulatorio, che non erogherà prestazioni di pronto soccorso né di guardia medica, sarà necessario fare riferimento ai Centri di ascolto di Caritas, che segnaleranno le necessità sanitarie delle persone con Isee uguale o inferiore a 9mila euro.
L’ambulatorio, nella prima fase di “rodaggio”, sarà aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 11 e dalle 15.30 alle 17.30 (festività escluse).
Le prestazioni odontoiatriche, sia per adulti che per i bambini, non verranno erogate nell’ambulatorio di via Giobert, ma direttamente negli studi dei dentisti che aderiranno al progetto, tramite appuntamento.
Questo perché per curare i pazienti hanno bisogno di una strumentazione specifica, i cui costi sono impensabili per un ambulatorio solidale.
In questo caso il paziente verrà accompagnato nello studio dell’odontoiatra da un volontario o da un mediatore culturale, così da essere aiutato nella compilazione di eventuali moduli.
Per quanto riguarda i medicinali l’Ordine dei farmacisti e Federfarma si occuperanno del controllo dei farmaci nell’ambulatorio, ma soprattutto distribuiranno agli assistiti tutti i farmaci prescritti. Nello specifico, i farmaci a pagamento verranno distribuiti gratuitamente dietro la presentazione della ricetta emessa dai medici che prestano servizio all’ambulatorio.
Il direttore sanitario dell’ambulatorio – finanziato con i fondi derivanti dall’8×1000 alla Chiesa Cattolica – è Annapaola Fea, vice Donatella Ciaceri.
Nell’ambito dell’inaugurazione è stata anche valorizzata la collaborazione con le realtà presenti da anni nella struttura di via Giobert, che hanno rinunciato ad alcuni spazi per fare posto all’ambulatorio. Il riferimento è a Cav (Centro di Aiuto alla Vita), Cif (Centro Italiano Femminile) e consultorio F. Baggio, «con cui – ha sottolineato il vescovo Prastaro – si è creata una buona sinergia».
La targa in ricordo della visita del Papa
Prima della cerimonia di inaugurazione dell’ambulatorio il cardinale Zuppi ha scoperto, insieme al vescovo Prastaro, la targa apposta in Vescovado per ricordare la visita di Papa Francesco ad Asti, avvenuta un anno fa.