Mentre la Giunta ha dato il via libera definitivo al progetto “Asti Vino e Cultura”, con l’impiego dei fondi regionali e comunali, il M5S contesta l’uso di soldi dell’Ente comunale in favore di un immobile regionale
La giunta ha approvato in via definitiva, nei giorni scorsi, il piano strategico del progetto “Asti Vino e Cultura”. Tredici milioni di interventi finanziati per l’80% dalla Regione Piemonte e per il restante 20% dal Comune di Asti.
Qualche settimana fa era stato lo stesso presidente della regione Sergio Chiamparino a presentare il finanziamento con una conferenza stampa in Municipio e a esprimere apprezzamento per il progetto, allora ancora in fase di predisposizione da parte del Comune. «E’ la più importante forma di finanziamento di cui Asti disporrà tra il 2017 e il 2020, quindi non si deve sbagliare la scelta e bisogna predisporre una proposta valida e condivisa» ha ribadito il sindaco Brignolo nello spiegare che tra i punti salienti dell’iniziativa c’è la creazione del Palazzo del Vino a Palazzo Ottolenghi, un’enoteca regionale, lo spostamento dell’Atl in piazza San Secondo, la creazione di un’arca della musica e del cinema, lo sviluppo del museo paleontologico e di percorsi turistici nelle vigne e nelle cantine.
Più critico sui finanziamenti al museo paleontologico ritagliati da Vino e Cultura è però il candidato a sindaco del M5S, Massimo Cerruti. «Ritengo che in funzione dello sviluppo di flussi turistici anche il museo possa essere uno dei vari attrattori della città, ma sono però rimasto colpito dalla pretesa dell’Ente museale, a proprietà regionale, di voler sviluppare il progetto con risorse comunali e non grazie al contributo del proprietario, Regione. Il piano presentato, infatti, basa, al momento, la sua fattibilità su risorse dirottate dal Pisu “Vino e Cultura”, fondi europei FESR 2014/2020. 1 milione su 7,1 acquisiti dal Comune, – continua Cerruti – e non capisco con quale logica si pretenda di destinarlo ad un bene non comunale. Che ci pensi, se possibile in fretta, la Regione»
Il museo punta comunque a trovare ulteriori fondi attraverso l’Art Bonus, ma Cerruti aggiunge: «Se veramente, come spero, si ritiene il museo paleontologico strategico anche a livello regionale, mi auguro che il cda dell’Ente museale si muova al più presto per recuperare lì le risorse, invece di fantasticare su munifici mecenati o ipotizzare di togliere ad Asti una parte importante di fondi per lo sviluppo».
Riccardo Santagati