Non è ancora stato in grado di parlare con le figlie, nè di raccontare cosa gli sia successo e cosa si ricordi
Il ritrovamento di Lorenzo Fassio, l’uomo di 59 anni con problemi di salute scomparso dalla Casa di Riposo Città di Asti e rintracciato a Predosa, in provincia di Alessandria, sei giorni dopo, non ha spento le richieste di chiarezza sul suo allontanamento dalla struttura in cui era ricoverato.
Un allontanamento avvenuto di notte, senza che nessuno del personale se ne fosse accorto seguito poi dal prelievo di un furgone risultato rubato ed abbandonato con il quale ha raggiunto la provincia di Alessandria; sei giorni in cui non si sa come si sia nutrito e dove abbia riposato, considerando che si è trattato anche di giornate di grande freddo, soprattutto di notte. Le sue condizioni infatti sono ancora piuttosto critiche: è ancora ricoverato all’ospedale di Novi Ligure a causa della grave ipotermia che ha subito proprio per il freddo insieme alla disidratazione. Non è ancora stato in grado di parlare con le figlie, nè di raccontare cosa gli sia successo e cosa si ricordi.
Mentre nei sei giorni successivi alla scomparsa, gli sforzi di tutti, dalle forze dell’ordine ai volontari erano concentrati sulla sua ricerca per fortuna andata a buon fine, la famiglia ora vuole comprendere come sia stata possibile la “fuga” del padre, disorientato a seguito di una grave malattia che aveva costretto moglie e figlie a farlo ricoverare all’ex Maina.
Dalla Casa di Riposo arriva una nota che, in parte, risponde alle più o meno velate accuse arrivate soprattutto attraverso i social rispetto alle responsabilità di chi aveva in consegna l’uomo.
«Fino ad ora non abbiamo risposto alle tante provocazioni che ci hanno raggiunto, era più importante ritrovare Lorenzo – si legge nella nota – ma come sempre succede, non si viene ricordati per le tante cose positive che si fanno ma solo per l’evento negativo che accade: i giudizi formulati nei nostri riguardi non hanno tenuto conto dei punti ancora oscuri dell’intera vicenda sui quali, siamo certi, verrà fatta chiarezza dagli organi competenti in modo da definire le responsabilità cui non ci sottraiamo e ristabilire il nostro buon nome».
C’è infatti da ricostruire il tragitto fatto da Lorenzo quella notte prima di uscire dalla struttura, dal lato di via Monterainero, senza essere notato nè fermato.
Un aspetto che, a giudicare dalla chiusura della nota stampa della Casa di Riposo, è ancora tutt’altro che chiaro. «Ci preme fare un appello – si legge – chiuque abbia notizie, abbia in quei giorni incontrato Lorenzo o sia in possesso di informazioni utili a fare chiarezza sull’intera vicenda e non solo su una parte di essa, si rivolga alla Casa di Riposo o alle autorità competenti».
Daniela Peira