Ancora polemiche dopo l’abbattimento dei pioppi di piazza d’Armi, ad Asti, disposto dall’amministrazione comunale per procedere con le opere di urbanizzazione dell’area
Ancora polemiche dopo l’abbattimento dei pioppi di piazza d’Armi, ad Asti, disposto dall’amministrazione comunale per procedere con le opere di urbanizzazione dell’area. «Lì verrà un bel lavoro, tra cui una nuova pista ciclabile e dei vialetti» commenta il sindaco Brignolo. Per il consigliere comunale di minoranza Mario Malandrone (Uniti per Asti), abbattere gli alberi è stato, però, un errore.
«A osservare la piazza non c’è certo da andare fieri di un progetto urbanistico di dubbia bellezza, un enorme “non luogo” che però è storia vecchia e risale al 2004, poi rilanciato nel 2013. Una pianificazione – precisa il consigliere – che sa di colata di cemento e quartiere alienante, i luoghi che lo contraddistinguono sono al più caserme e supermercati sul fronte di viale Pilone. Parlare di scelte passate, oggi suona fuori tempo, ma si sa che con l’edificazione arrivano gli oneri e su come spenderli, o come investirli in opere, la scelta è stata fatta negli stessi modi in tutti questi anni e il taglio degli alberi sa molto di ubriacatura da oneri di urbanizzazione. La seconda giustificazione relativa agli alberi malati, non è per nulla convincente: non solo non lo erano, ma i pioppi cipressini sono autoctoni e possono vivere fino a 300 anni. Ci dicono ne pianteranno altri, più adatti: questo non toglie illogicità ambientale alla scelta di abbatterli».
Le parole di Malandrone sono condivise da molti, ma non da tutti. Anche sui social c’è chi difende la scelta della Giunta, perfino tra i residenti che lamentavano la pericolosità delle radici e la distruzione del manto stradale. Marcello Coppo, consigliere di Fratelli d’Italia, aggiunge: «Non capisco tutto questo caso mediatico sui pioppi: le radici rompevano l’asfalto e occorreva intervenire per ripristinarlo, come giustamente è stato fatto».
Riccardo Santagati