Con una delibera di Giunta sono state approvate le nuove linee guida del Comune per l'erogazione dei contributi economici a soggetti in difficoltà e per la fruizione delle mensa sociale. La
Con una delibera di Giunta sono state approvate le nuove linee guida del Comune per l'erogazione dei contributi economici a soggetti in difficoltà e per la fruizione delle mensa sociale. La strada intrapresa dall'amministrazione Brignolo, pur mantenendo gli obblighi del Comune previsti dalla legge, è quella di limitare il più possibile le forme di assistenzialismo a fondo perduto, incrementando invece la "restituzione sociale" della prestazione da parte dei beneficiari. In parole semplici: il Comune ti aiuta, ma anche tu devi fare qualcosa per l'Ente. Questa modalità può ricordare il "baratto sociale" (sconti sulle tasse locali in cambio di ore di volontariato), ma si discosta da quest'ultimo su diversi punti.
Fondamentale in questa nuova modalità di assistenza è il Piano individualizzato (PAI) che prevede, da parte degli assistenti sociali, l'ascolto dei bisogni, la riformulazione della domanda di aiuto e la ricerca di risorse latenti o attivabili nel contesto della rete parentale e sociale dell'interessato. «Si tratta di un vero contratto d'aiuto o, se vogliamo, un patto d'onore – spiega l'assessore ai servizi sociali Piero Vercelli ?- sottoscritto per accettazione del beneficiario, che prevede l'assunzione di impegni e responsabilità da parte della persona o dei componenti del nucleo familiare a fronte di un sostegno economico teso a potenziare l'autosufficienza e le risorse individuali».
Come puntualizzato dal sindaco Brignolo, «il nodo è aggredire la dipendenza assistenziale, che è il contrario dell'attivazione delle persone, e sostenerle nel momento nel bisogno, orientandole nel reinserimento sociale e lavorativo». Nulla di obbligatorio, ad essere precisi, ma se i richiedenti dei benefici economici (contributo affitto, esenzione dal costo di alcuni servizi, come asili, mense scolastiche, etc.) risultano abili al lavoro, si può chiedere loro di svolgere forme di restituzione sociale, compresi tirocini, stages o attività presso gli uffici comunali, l'Asp o altri soggetti identificati insieme agli assistenti sociali.
«Le persone che ricevono un aiuto ? continuano il sindaco e l'assessore ? restituiranno alla comunità un contributo sotto forma di servizi e avranno allo stesso tempo un'opportunità in più per acquisire professionalità e relazioni sociali». Questa forma di aiuto reciproco non intende, in ogni caso, sostituire l'impiego di personale tra le fila della pubblica amministrazione, né tamponare i vari vuoti che si vengono a creare per l'endemica carenza di personale (e risorse economiche) di cui soffre la macchina comunale.
La domanda può essere presentata dai cittadini residenti o stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno mentre prestazioni a carattere di urgenza potranno essere erogate per quelle situazioni di grave o comprovato bisogno in favore di persone temporaneamente dimoranti sul territorio, dietro opportuna valutazione dei servizi sociali. Gli interventi da parte del Comune sono sostanzialmente tre: contributi economici ordinari integrativi del reddito per un massimo di 12 mesi per determinate tipologie di persone; contributi straordinari finalizzati e limitati nel tempo, sostegno per l'accesso alla mensa sociale. In alternativa sono previsti contributi non monetari, come le esenzioni sul costo dei servizi comunali.
Riccardo Santagati