In attesa di celebrare, il prossimo 16 dicembre alla scadenza della seconda rata, i funerali della tassa sulla prima casa, come annunciato dal premier Matteo Renzi che ha spiegato l'intenzione di
In attesa di celebrare, il prossimo 16 dicembre alla scadenza della seconda rata, i funerali della tassa sulla prima casa, come annunciato dal premier Matteo Renzi che ha spiegato l'intenzione di eliminare uno dei balzelli più odiati dagli italiani (decisione che ha fatto irritare gli economisti di Bruxelles), c'è chi propone di barattare il pagamento dei tributi comunali lavorando gratis per la pubblica amministrazione. Si sa che in tempi di vacca magre – quelle del portafogli – ci si arrabatta come si può, ma le cartelle esattoriali arrivano comunque e, certe volte, per pagare le tasse (se si è tra i fortunati che possono ancora permetterselo) si taglia su tutto il resto. Per evitare ciò, diversi paesi italiani hanno iniziato ad applicare il "baratto amministrativo" previsto dall'articolo 24 del decreto "Sblocca Italia". Il Comune di Massarosa (Lucca) è stato tra i primi, dando l'imput a questa nuova possibilità di scontistica delle tasse locali.
Ad Asti, a sposare per primo l'idea di barattare ore di lavoro in cambio di tasse meno pesanti, è il Movimento 5 Stelle che ha depositato una mozione da discutere in Consiglio comunale. «Attraverso il baratto amministrativo il Comune può ridurre o esentare dai tributi comunali i cittadini in cambio del lavoro prestato in attività quali la manutenzione, lo sfalcio e la pulizia delle aree verdi – spiegano i consiglieri pentastellati Davide Giargia e Marcella Serpa – Un vero toccasana per le aree verdi astigiane che, a causa della consistente riduzione dei fondi, versano in stato di notevole degrado. Ma è anche un rimedio per i tanti cittadini che, per il perdurare della crisi economica, incontrano difficoltà nel pagamento dei tributi». Il baratto non potrà risolvere tutti i problemi della città, ma potrebbe essere un esperimento interessante per cercare di garantire quel decoro urbano, non solo nei parchi, che i cittadini chiedono a gran voce.
«Abbiamo già un mucchio di progetti simili e fare tutto risulterebbe impossibile, anche per l'impegno che graverebbe sulla macchina amministrativa». Così il sindaco Brignolo commenta l'ipotesi del baratto, ricordando, però, che l'amministrazione ha già avviato iniziative simili per coinvolgere i cittadini nella manutenzione del patrimonio pubblico. «Ad oggi abbiamo nove profughi e stiamo per selezionare una decina di cassintegrati – spiega Brignolo – Poi, in aggiunta, abbiamo deciso che le persone beneficiarie di contributi da parte del Comune, ovviamente che non siano anziani o invalidi, ricambino con prestazioni lavorative adeguate alle loro capacità o competenze». Ciò che frena il sindaco nell'applicazione del baratto non sono solo le pastoie burocratiche, ma anche il rischio di dover impiegare del personale per diverse ore (formazione, controllo, etc.) per dare la possibilità ad un cittadino di lavorare un paio d'ore nei parchi o altrove. «Tra le nostre iniziative ricordo le borse lavoro occupate negli asili nido. Alcune di queste persone, così facendo, hanno poi trovato impiego come badanti o baby sitter nelle famiglie degli alunni. Anche questi progetti vanno in quella direzione».
Riccardo Santagati