Una mostra, che si inaugura oggi al Museo Diocesano San Giovanni di Asti, è costituita da una serie di 26 pannelli illustrativi che ripercorrerono le tappe più significative della storia della famiglia Bergoglio
Era il 13 marzo 2013 quando la fumata bianca dal Vaticano annunciò l’elezione del Papa che succedeva al dimissionario Benedetto XIII, ovvero Jorge Mario Beroglio, che ha assunto il nome di Papa Francesco.
A quattro anni di distanza, Asti rifcorda le origini astigiane della famiglia Beroglio e riflette sui quattro anni di pontificato.
Oggi, alle 18 nel Museo Diocesano San Giovanni di via Natta 36, aprirà infatti i battenti la mostra fotografica “Genova – Buenos Aires sola andata – Il viaggio della famiglia Bergoglio in Argentina e altre storie di emigrazione”. Curatore della mostra e autore del libro catalogo (De Ferrari editore) il giornalista di Repubblica Massimo Minella.
L‘esposizione, che lo scorso autunno è stata allestita a Genova, è costituita da una serie di 26 pannelli illustrativi che ripercorrerono le tappe più significative della storia della famiglia Bergoglio – Giovanni, Rosa e Mario Bergoglio, rispettivamente i nonni e il papà del Santo Padre – che nel febbraio del 1929 lasciò Asti per imbarcarsi nel porto di Genova e raggiungere il Sud America.
Il viaggio dei Bergoglio è, quindi, il filo conduttore di questo lavoro, ricco di contributi forniti dai più importanti centri di documentazione italiani e argentini. Alla base, la riflessione e l’invito a non dimenticare quando anche gli Italiani sono stati migranti in cerca di fortuna in terre lontane, desiderosi di riscatto, alla ricerca di una nuova occasione, in fuga dalla disperazione.
La mostra si sviluppa per “isole” attorno alle quali corre questa lunga e spesso sofferta storia di emigrazione fino ad arrivare alla storia della famiglia Bergoglio, paradigma di un Paese che cerca altrove il suo riscatto e che trova, spesso ma non sempre, risposte dall’Argentina. Un viaggio nella storia che ancora ci sorprende e ci spinge a indagare sul nostro passato, trovando chiavi di lettura utili a leggere anche il nostro futuro.
L’allestimento resterà aperto al pubblico da domani a domenica 19 marzo con il seguente orario: il venerdì dalle 15 alle 18; il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18 (nei restanti giorni della settimana su prenotazione).
L’ingresso è ad offerta libera.
Elisa Ferrando