Da un'intuizione del reporter di guerra Domenico Quirico, sabato a Palazzo Mazzetti si apre la mostra "Dal nostro inviato al fronte". Il percorso espositivo accompagnerà i visitatori
Da un'intuizione del reporter di guerra Domenico Quirico, sabato a Palazzo Mazzetti si apre la mostra "Dal nostro inviato al fronte". Il percorso espositivo accompagnerà i visitatori lungo 100 anni di guerre nei reportage dei cronisti de La Stampa, una lunga storia di cui anche l'astigiano Quirico ha fatto parte fino al drammatico rapimento di cui è stato vittima in Siria, nel 2013. L'iniziativa è promossa dalle fondazioni Palazzo Mazzetti e Cassa di Risparmio di Asti e offre uno sguardo su dodici conflitti attraverso un secolo segnato dalle violenze. La prima tappa è la Libia, nel 1911 teatro della guerra tra Italia e Impero Ottomano per la conquista della Tripolitania e della Cirenaica. Ed è negli stessi territori, oggi insanguinati dallo Stato Islamico, che la mostra ritorna al termine del percorso.
Ma come è cambiato il giornalismo di guerra negli ultimi cento anni? I pionieristici esordi del resoconto dal fronte risalgono alla Guerra di Crimea, nel 1853: dalla penisola il cronista William Russel inorridiva i lettori del Times con i suoi crudi resoconti. La mostra a Palazzo Mazzetti permette di scoprire come lavoravano, negli anni della Prima Guerra Mondiale, gli inviati che seguivano la Grande Guerra. In una sala è stato ricostruito un posto telefonico da cui è possibile ascoltare una voce che legge l'articolo scritto in trincea. Sullo sfondo, il boato delle esplosioni. In un altro spazio, la Guerra del Vietnam è mostrata in filmati da cui i visitatori dovranno cogliere i particolari, per poi saperli riportare. «L'idea di Quirico è che i fatti si possono raccontare solo se si sono visti e vissuti – spiega il curatore dell'allestimento, l'architetto Federico Bollarino – Così abbiamo cercato di ricostruire o quanto meno di far percepire al pubblico la condizione dell'inviato di guerra.»
Un'esperienza interattiva, dunque, che il curatore Domenico Quirico ha voluto affiancare materiale d'archivio proveniente dal quotidiano torinese e attrezzature d'epoca. In particolare, la mostra permetterà di scoprire quali erano gli strumenti del mestiere cento anni prima di computer portatili e Twitter: macchine per scrivere, apparecchi fotografici, cimeli appartenuti al giornalista Igor Man. L'apertura ufficiale è prevista per sabato, con orario 9.30 – 19.30, ma già questo pomeriggio a partire dalle 17.30 il Teatro Alfieri ospiterà una conferenza aperta al pubblico, per presentare in anteprima la mostra. Ospiti il direttore de La Stampa Mario Calabresi e Domenico Quirico.
e.p.r.