«Ho 74 anni e vivo in un negozio da barbiere da 68». Come è possibile l’affermazione del noto parrucchiere astigiano Ignazio Costa? «Ho cominciato a passarci le mie giornate da quando avevo 6 anni, quando mio padre Pippo mi prendeva con lui dopo la scuola e mi affidava già i primi piccoli compiti a misura di bambino».
Pensione meritatissima, dunque, quella che partirà con l’anno nuovo con la chiusura del negozio in via Valence 14 aperto nel 1983 quando valutò di essere pronto per mettersi in proprio.
«Con mio padre ho lavorato nella prima bottega di via Massimo D’Azeglio, quella fra la macelleria e, attualmente, la pizza al taglio; poi nella seconda, sempre nella stessa via, ma di fronte, vicino al bar dell’angolo. Mio padre aprì il suo primo negozio nel 1954 e io già c’ero, anche se piccolo. Non ho mai pensato di fare altro nella mia vita».
Ignazio ha imparato guardando il “mitico” Pippo lavorare e ha impostato tutta la sua attività sulla cura dei clienti.
«Ho sempre lavorato senza risparmiarmi – dice Ignazio – In orario continuato e alla sera fino a quando c’era qualcuno che aveva bisogno di me. Spesso finivo l’ultimo cliente alle 22,30 e in qualche caso anche dopo mezzanotte. Non l’ho mai fatto per avidità, ma perchè ho sempre pensato che fosse giusto rendersi disponibile ed andare incontro alle necessità dei clienti».
Una filosofia che ha applicato offrendo alcuni ritocchi e piccoli servizi gratuitamente ai clienti abituali e andando a tagliare i capelli e a curare le barbe anche a domicilio. «In tutti questi anni sono stati tanti i clienti che diventando anziani o ammalandosi non potevano più venire qui in negozio e io non li ho mai abbandonati. Andavo a casa loro e li trattavo come li avrei trattati qui».
Perchè, come ogni barbiere che si rispetti, Ignazio è diventato un po’ il confidente di tanti clienti, soprattutto di quelli storici. «Se la gente sapesse quante cose so della loro vita privata e pubblica» dice lasciando l’affermazione in sospeso. Ha anche una singolare collezione che conferma questo suo attaccamento ai clienti: «Ho un cassetto pieno di ricordini di quelli che sono mancati e ogni tanto me li guardo. Mi piace ricordarli e ricordare le particolarità di ognuno di loro».
Chi lo conosce bene, sa che è anche un uomo estremamente sincero, che le cose non le manda a dire e non teme di perdere qualche cliente con le sue idee, non ultima la sua posizione su Covid e vaccini.
«Negli anni ho raccolto tante manifestazioni di affetto e stima dei miei clienti, sia astigiani che provenienti da fuori provincia – conclude – Sanno che ho sempre detto quello che pensavo, non amo l’ipocrisia».
Nessuno, per ora, ha voluto rilevare il negozio che dal primo gennaio resterà chiuso. «Sono stanco, è ora di dire basta. Mi dedicherò al B&B che gestisco insieme a mia figlia».