Gli agenti del carcere di Quarto non escludono di organizzare un sit-in e andare a Roma per parlare direttamente con i vertici dell’amministrazione carceraria
Pronti a fare sit-in, ad andare a Roma a parlare direttamente con i vertici dell’amministrazione carceraria, a ripetere la clamorosa manifestazione di protesta di qualche anno fa con corteo dal carcere di Quarto alla Prefettura e se i sindacati nazionali di categoria non daranno il loro appoggio, sono pronti a ritirare tutte le tessere.
Non usano mezzi termini i rappresentanti sindacali degli agenti di polizia penitenziaria in servizio al carcere di Quarto nel denunciare una situazione ormai intollerabile per chi lavora a contatto con i detenuti astigiani.
La “madre di tutti i disagi” è quella di sempre: la carenza di organico. A fronte del passaggio di categoria della struttura di Asti da Casa Circondariale a Casa di Reclusione con la quasi totalità di detenuti condannati per gravissimi reati di stampo mafioso e con “fine pena mai”, il numero di agenti è rimasto invariato.
Non solo non è stato aggiornato il fabbisogno di pianta organica fermo al 2013 (prevedeva 217 unità) ma di queste ne sono presenti ed effettive solo 113.
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Daniela Peira