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Università: il 2016 anno di start up,iscritti in crescita e bilancio più magro
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Università: il 2016 anno di start up,
iscritti in crescita e bilancio più magro

Un polo universitario sempre più legato al territorio e alla sua economia, recentemente confermato dall'Università di Torino come sede distaccata e quindi esente dalla razionalizzazione delle

Un polo universitario sempre più legato al territorio e alla sua economia, recentemente confermato dall'Università di Torino come sede distaccata e quindi esente dalla razionalizzazione delle realtà decentrate in atto. Certo, alla prese con un bilancio preventivo 2016 più magro rispetto al passato, ma che comunque ? assicurano i vertici – non intaccherà l'attività didattica. E' la radiografia dell'ateneo astigiano con sede nell'ex caserma, in piazzale de André, frequentato nell'anno accademico in corso da circa 1.200 studenti provenienti da tutta Italia – divisi tra 4 corsi di laurea, 3 master e 7 corsi di alta formazione – interessato recentemente da alcune novità. Innanzitutto la modifica dello Statuto del Consorzio Astiss, che gestisce a livello amministrativo il polo universitario, composto da Comune, Camera di Commercio, Fondazione CrAsti e banca CrASti (la Provincia, vista la Riforma in atto, ne era uscita, diventando Ente sostenitore, per cui la sua quota è stata ripartita proporzionalmente tra i membri rimasti).

Lo Statuto ha visto infatti l'ampliamento dell'oggetto sociale con l'inserimento dell'Incubatore di imprese, l'attività svolta dal giugno 2014 che aiuta l'avvio di start up (pvvero nuove aziende) da parte di giovani interessati a mettersi in proprio, senza fornire contributi in denaro ma mettendo a disposizione professionalità, competenze e spazi per aiutare i futuri imprenditori a trasformare un'idea in un progetto concreto. Un impegno, questo, che sarà confermato in futuro, nonostante i tagli al bilancio preventivo 2016, già approvato dal Consorzio, che pareggia a 1,6 milioni di euro contro gli 1,8 milioni del passato. A finanziare in misura maggiore le attività del polo universitario la Fondazione CrAsti, la cui quota è pari a circa il 70%, quindi la CrAsti e il Comune, con una quota attorno al 12% ciascuno e la Camera di Commercio, che interviene con una quota pari a circa il 4%.

Una sforbiciata da 200mila euro che, però, non intaccherà l'attività didattica. «Abbiamo dovuto operare una revisione di spesa – spiega Michele Maggiora, presidente del Consorzio – perché, oggigiorno, le risorse tendono sempre a diminuire. Così abbiamo fatto in modo di non intervenire in alcun modo sui corsi attivati, che rimangono tali, ma di cancellare alcune iniziative collaterali (master, seminari). Attività che non erano superflue ma che, in un momento di revisione di spesa, possono essere oggetto di tagli. In questo modo continueremo l'attività accademica, rinforzando il legame con il territorio, anche perché Asti è polo universitario distaccato di interesse delle Università di Torino e Alessandria». Il collegamento con le due Università (Torino e Piemonte Orientale) dipende dai corsi attivati ad Asti. Infatti il polo cittadino conta i corsi di laurea triennali in Servizio sociale, che dipende da Alessandria, quindi in Infermieristica, Scienze delle attività motorie e sportive (Suism) e Tecnologie alimentari per la ristorazione che invece dipendono da Torino.

Accanto il corso di laurea magistrale interateneo in Scienze viticole ed enologiche; tre master universitari di primo livello (Sviluppo locale, Management e creatività dei patrimoni collinari, Tecniche di riqualificazione paesaggistica) e sette tra scuole e corsi di alta formazione. Due di queste in collaborazione con altri atenei italiani e stranieri (Statistica ? BiostAT, Scuola italiana per la cura delle lesioni cutanee), le altre cinque portate avanti insieme ad associazioni e Fondazioni: Master internazionale in Educazione civica (associazione Ethica, Fondazione Bosca, Princeton University e The University of Texas at Austin); Laboratorio del Governo di Sé (associazione Ethica, Fondazione Bosca), corso di alta formazione Cattedra Vittorio Alfieri (Fondazione Centro Studi Alfieriani), Scuola per attori Gabriele Accomazzo (associazione Parthenos) e Scuola biodiversità Villa Paolina (con il WWF). Completano il quadro tre centri studi e di ricerca: Sviluppo locale, Sviluppo rurale della collina, Sviluppo imprenditoriale astigiano.

«La nostra offerta ?- commenta Francesco Scalfari, direttore del Consorzio Astiss ?- attira ogni anno un migliaio di studenti. Nell'anno accedemico in corso, per la precisione, gli iscritti sono 981 (i più numerosi gli studenti di Scienze motorie, i meno numerosi quelli di Agraria), cui si aggiungono coloro che frequentano master e corsi di formazione, pari a circa 200. In totale arriviamo a 1.181 studenti che, si può dire, provengono da tutta Italia, in alcuni casi anche dall'estero. Se, infatti, per le lauree triennali la frequenza è per lo più di ragazzi astigiani e piemontesi, per le lauree magistrali e i master gli studenti arrivano da tutta Italia, anche perché spesso si tratta di corsi interateneo, o dall'estero, grazie a programmi di scambio e gemellaggi tra università».

«La previsione per il prossimo anno accademico 2015/2016, ufficiosa perché le iscrizioni sono ancora aperte – continua – è un aumento di studenti, sia perché continuerà l'incremento di posti a Scienze motorie sia perché sembra che gli studenti di Agraria preferiscano la nostra sede a quella di Cuneo. Di conseguenza salutiamo con favore il fatto che la Regione stanzierà 1 milione di euro, finanziamento che si rifà al Piano territoriale integrato avviato nel 2007 dal Comune, per la ristrutturazione della cosiddetta casermetta di via Arò, esterna al "quadrilatero" ma sempre facente parte dell'ex caserma "Colli di Felizzano", che diventerà una palestra a disposizione di Scienze motorie. E, anche, per la ristrutturazione del primo piano dell'edificio che ospita i laboratori di Agraria, il corso di laurea che presenta i numeri più "piccoli" ma su cui ci concentreremo molto, dato che è quello più legato al nostro territorio. L'idea, in questo caso, è trasferire "in toto" Agraria in quell'edificio, con uffici, aule e laboratori, liberando aule nel complesso che si affaccia su piazzale de André, che ad oggi è al completo».

Elisa Ferrando

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