E' stato firmato lunedì pomeriggio in Regione, tra sindacati e azienda, l'accordo per la gestione dei 102 esuberi della Askoll, l'azienda di Castell'Alfero che produce motori per lavatrici e che il 31 agosto cesserà l'attività. Una decisione presa dopo anni di difficoltà legate alla crisi del settore elettrodomestici e che porterà a trasferire la produzione in Slovacchia. La firma è stata posta durante un incontro cui hanno partecipato…
E' stato firmato lunedì pomeriggio in Regione, tra sindacati e azienda, l'accordo per la gestione dei 102 esuberi della Askoll, l'azienda di Castell'Alfero che produce motori per lavatrici e che il 31 agosto cesserà l'attività. Una decisione presa dopo anni di difficoltà legate alla crisi del settore elettrodomestici e che porterà a trasferire la produzione in Slovacchia. La firma è stata posta durante un incontro cui hanno partecipato, oltre ai sindacati che seguono la vertenza (Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil) e ai vertici aziendali, anche l'assessore regionale alle Attività produttive Gianna Pentenero, il vice sindaco di Asti Davide Arri e il sindaco di Castell'Alfero Angelo Marengo.
L'accordo prevede la cassa integrazione per cessazione di attività per i 102 lavoratori ancora dipendenti della Askoll per un durata di 12 mesi a partire dal 1° settembre. «Il problema – commenta Silvano Uppo, segretario provinciale Uilm Uil – è che deve ancora essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto attuativo del Jobs Act varato dal Governo Renzi (che modifica in modo sostanziale la normativa sugli ammortizzatori sociali, ndr), cosa che molto probabilmente avverrà ad agosto. Per quanto si sa ad oggi il decreto stabilisce che la cassa integrazione per cessazione di attività sarà cancellata dal 31 dicembre 2015, ma che gli accordi firmati prima della pubblicazione del decreto sono esenti da questo termine. Quindi, se effettivamente il decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale ricalcherà questa versione ufficiosa che si conosce oggi, ai dipendenti saranno garantiti 12 mesi di ammortizzatori sociali. In caso contrario, si ridurranno a quattro mesi».
La cassa integrazione sarà avviata in parallelo con la mobilità. Ovvero, se un dipendente "in cassa" troverà un altro posto di lavoro, in qualsiasi momento potrà "uscire" dalla cassa integrazione ed entrare in mobilità in modo da poter cominciare la nuova esperienza lavorativa, facilitazione cui si aggiungono i vantaggi che il datore di lavoro ha quando assume un lavoratore iscritto nelle liste di mobilità. «L'accordo è sicuramente positivo – commenta Uppo – ma il vero problema è la chiusura dell'azienda. Ora l'obiettivo principale è fare in modo che, da qui alla fine della cassa integrazione, qualche società approdi all'interno dello stabilimento, in modo da riuscire a coinvolgere almeno parte delle maestranze, vista la difficoltà di trovare un posto di lavoro al giorno d'oggi. Al riguardo penso che un ruolo da protagonista nella ricerca di una società interessata al sito debba essere ricoperto, oltre che dalle Istituzioni, anche dall'Unione industriale, sia perché in passato ha presenziato alla firma dell'accordo in Prefettura volto a proseguire l'attività in Askoll sia perché ora conta un suo ex presidente alla guida della Camera di Commercio».
Riguardo al futuro del sito produttivo, in occasione dell'incontro di lunedì in Regione l'assessore Gianna Pentenero ha garantito l'impegno dell'Amministrazione piemontese a mettere in atto tutti gli strumenti per favorire nuovi insediamenti nello stabilimento e assicurare l'eventuale formazione ai lavoratori. Mentre il sindaco di Castell'Alfero, Angelo Marengo, ha reso noto «l'interessamento di una cooperativa che produce canapa per portare proprio nel sito dell'Askoll un polo per la riconversione del prodotto, che potrebbe aiutare a riassorbire parte dei dipendenti dell'azienda».
Elisa Ferrando