Quando i bambini crescono e iniziano a fare domande su chi, veramente, porta loro i regali, come comportarsi?
Riecco dicembre, l’ultimo mese dell’anno, il più atteso dai bambini perché è il mese del Natale e dei giorni che li separano dall’arrivo dei regali. Arrivo che, come sanno tutti i genitori, è imputabile a due figure ben distinte: Babbo Natale o Gesù Bambino.
Ma quando i bambini crescono e iniziano a fare domande su chi, veramente, porta loro i regali, come comportarsi?
La fatidica domanda viene posta ai genitori, solitamente, tra i cinque e gli otto anni. Alcuni papà, perché sembra che tocca a loro spiegare la genesi dei regali sotto l’albero, riescono a metterci una “pezza” con risposte evasive, magari per guadagnare tempo fino al Natale successivo. Altri, presi alla sprovvista, cedono al quarto grado e, con mille giri di parole, mettono i figli davanti al fatto compiuto.
«Babbo Natale non esiste, ma siamo noi genitori a portarti i doni in sua vece» (mezza bugia, o mezza verità, da dire con il dovuto tatto).
«Non è Babbo Natale a portarti i regali, ma Gesù Bambino» (più raro il contrario, in ogni caso da evitare assolutamente cambiare l’uno per l’altro, senza affrontare il vero problema).
«Babbo Natale è più un’entità astratta, un po’ come la fatina dei dentini (o topolino), non esiste, ma delega a noi genitori di fare il lavoro per lui» (altra mezza bugia che crea altre bugie di cui, prima o poi, si dovrà rendere conto).
Quindi, come uscirne salvando la faccia e, soprattutto, la credibilità?
Non dimentichiamo, infatti, che i bambini vedono i genitori come punti di riferimento da cui avere sempre le risposte che cercano. Ma, se queste risposte non sono più quelle certezze inamovibili di cui hanno bisogno, come faranno a sapere che in futuro diranno loro la verità su altre domande più o meno importanti?
Molti esperti sostengono che il miglior modo per intavolare il discorso sull’esistenza di Babbo Natale sia rispondere così:
«E tu che pensi?»
In base alla risposta è possibile approfondire il tema, senza creare traumi, ma aspettandosi l’evidente delusione che scaturisce, nei bambini, quando scoprono la verità.
Ciò non toglie che Babbo Natale resti un messaggio positivo, forte, intramontabile, da coltivare nell’immaginario dei nostri figli.
Il mio, che oggi ha 6 anni, crede che Babbo Natale entri in casa dal frigorifero facendo una delle sue magie. Non avendo il camino, non può calarsi dal tetto, ma una via d’accesso dovevo ben trovarla: ecco la soluzione, assurda, quindi del tutto credibile, che la notte di Natale il suo eroe, non l’unico, spalanchi la porta del frigo dall’interno per portare i doni in cambio di dolcetti e latte caldo (anche quando è diventato freddo).
So che prima o poi dovrò dirgli la verità, sempre che non la scopra da solo a scuola, dove ci sono bambini più grandi e ormai fuori dal “giro”.
Però, anche per noi genitori, è maledettamente divertente entrare di nascosto in casa, con quei doni che i nostri figli troveranno “magicamente” sotto l’albero. Ci prestiamo volentieri a questa parte, e quando questi momenti spariranno, per raggiunti limiti di età, un po’ ci dispiacerà anche se non lo daremo a vedere.
Quindi, preparatevi perché le letterine a Babbo Natale stanno per essere consegnate a destinazione: il countdown è iniziato! E Buon Natale!