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Asti, a caccia di indizi insieme alla “polizia dei rifiuti”

Agenti della Polizia Locale e volontari del Corpo Nazionale Ambientale sulle discariche abusive per recuperare nomi e indirizzi da cui cominciare le indagini per gli abbandoni

Senza telecamere, in posti isolati ma raggiungibili agevolmente con auto e furgoni, l’unico modo per punire l’abbandono di rifiuti è quello di mettersi a caccia di indizi che possano far risalire a chi li ha scaricati in pieno spregio alle norme di tutela ambientale.
Una “polizia dei rifiuti” che vede in prima fila gli agenti municipali impegnati in queste indagini che, seppur non gradevoli, sono prese molto sul serio. A dare una mano anche un ente di volontari, il Corpo Nazionale Ambientale che ad Asti è guidato da Aldo Pontarelli con l’aiuto del vice Massimiliano Di Scerni e del volontario Franco Torchio.
E’ con loro che abbiamo fatto un giro sulle rive del Tanaro, dal ponte sulla tangenziale sotto il quale è perennemente presente una discarica abusiva, ad una piazzola distante poche decine di metri, più riparata alla vista passando da un altro ponte sotto la tangenziale cui si accede sia da Trincere che dalla strada per Azzano che presentava l’abbandono dell’intera fornitura di serramenti con doppio vetro probabilmente cambiati in seguito al superbonus che ha aumentato gli scarichi edili in campagna.
Bastano pochi minuti di ricerca fra i rifiuti per trovare fuori indizi molto interessanti. Prima di tutto un diario di scuola con tanto di nome e cognome del bambino, indirizzo e numero di cellulare del padre. Ma dai sacchi saltano fuori anche molte altre indicazioni su cui cominciare le indagini: bollette, fatture, riviste in abbonamento con l’indirizzo ancora stampigliato sopra, in un caso anche esami del sangue con tanto di intestazione del paziente. Ma quello che attualmente sta aiutando di più i poliziotti dei rifiuti sono gli indirizzi su buste e scatole di acquisti on line, molto diffusi. Anche nella discarica sotto la tangenziale ne sono stati trovati alcuni.
In mezzo a vestiti, rifiuti di casa, mobili, plastiche, vernici, scarti di cantieri edili, lastre dalla sospetta composizione di eternit, mobili sfasciati, vetri rotti, materassi, spesso salta fuori il nome a cui chiedere, in prima battuta, ragione dell’abbandono. Nella maggior parte dei casi risponde di aver affidato a qualcun altro lo sgombero di casa, cantina o garage e, se fa il nome, viene rintracciato e perseguito. Altrimenti il “proprietario” originale del materiale abbandonato viene sanzionato.

(Fotoservizio Billi)

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