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Canelli: «Sanità in affanno, perché non usare di più la sede di Nizza?»

Insieme per Canelli interviene sulla situazione in valle Belbo: «Assurdo chiudere i reparti alle 16»
La Sanità è al centro dei dibattiti: picco influenzale, saturazione dei Pronto Soccorso, mancanza e stanchezza di infermieri e medici. Ne parlano ministri, assessori, sindacati, Ordini professionali.

«Ma i pazienti cosa dicono? – si interrogano provocatoriamente da Insieme per Canelli – in fondo è colpa loro se la Sanità è sotto pressione». Focus puntato sul Pronto soccorso. «Perché andiamo ad intasarlo sorbendoci code, tensioni e preoccupazioni? – continuano – Perché ci sentiamo male e cerchiamo una risposta rapida e completa che la Medicina del territorio non riesce a dare, non per colpa degli operatori, ma perché non è stato organizzato per questo».

La statistica parla chiaro: il 60% dei pazienti che si presenta al Pronto Soccorso è un “codice bianco” e potrebbe essere curato dal Medico di famiglia. «Visto che il PS di Asti è intasato, perché non indirizzarci al Punto di Primo Intervento di Nizza per le situazioni che ci sembrano meno gravi? – domanda il gruppo – Se attrezzato adeguatamente, la sede di Nizza potrebbe dare una risposta efficace e veloce».

I canellesi, nelle ore di punta, impiegano quasi un’ora per raggiungere il PS di Asti. «Visto che si investono risorse nella struttura nicese, perché non farla funzionare al meglio? – concludono – E’ assurdo chiudere alcuni reparti diagnostici alle 16 e la struttura alle 20. Della sua continuità ne gioverebbero l’ospedale di Asti ed i cittadini».

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