Anno nuovo, problema vecchio. I residenti di corso Torino hanno salutato il 2024 sperando che sia quello in cui verranno accolte le loro richieste di poter tenere le finestre aperte durante l’estate senza doversi mettere i tappi nelle orecchie. E in cui potranno attraversare in sicurezza il corso e percorrere i marciapiedi senza doversi sempre guardare da bici, motorini e scooter che li usano come “corsia sicura”.
Sono tante infatti le richieste di chi abita in corso Torino, soprattutto nella metà che va dalla ellisse del Pam a piazza Torino.
I problemi sono nati con il ridisegno e il rifacimento completo del corso, avvenuto sotto la giunta Voglino e seguito dall’allora assessore ai Lavori Pubblici Bianchino.
La sua storia
Da strada a due corsie di marcia più controviale solo in direzione di uscita dalla città, era stato trasformato in una direttrice di ingresso dalla zona ovest (compreso il casello autostradale) a doppia corsia di marcia per ogni direzione. Come ben sanno gli astigiani, una più veloce che presenta il fondo in asfalto e l’altra più lenta in cubetti di porfido. Con allargamento dei marciapiedi in autobloccanti in prossimità di palazzi e negozi.
Sulla carta avrebbe dovuto rappresentare sicuramente un riordino dell’intero importante corso con la logica del flusso in entrata in città a varie velocità: scorrevole per chi era solo di passaggio e con corsia dedicata invece per chi abitava sul corso che poteva girare verso i tanti cortili privati per tornare a casa o parcheggiare in sicurezza se doveva recarsi in uno dei tanti negozi che si affacciano sul corso. Con maggiore spazio per i pedoni.
Ma la realtà è stata ben diversa.
Corsia snobbata
La corsia centrale, quella asfaltata, è di gran lunga quella più utilizzata, indipendentemente dalle intenzione di chi percorre corso Torino; questo perché è quella che, anche per chi è alla guida, è la più scorrevole per via del fondo stradale più liscio.
Che ha, come contromisura, il frequente superamento dei limiti di velocità.
Moto e bici sui marciapiedi
La corsia in porfido non piace né agli automobilisti, né ai motociclisti, né ai ciclisti perché nel giro di pochi anni i cubetti hanno perso il piano provocando buchi, avallamenti, disconnessioni che disturbano la marcia.
Questo ha provocato un “trasferimento” di biciclette, motorini e scooter di piccola cilindrata sugli ampi marciapiedi, che i pedoni devono condividere con questi mezzi a rischio e pericolo della loro incolumità.
Il problema grande però continua a riguardare la corsia in porfido la quale, seppur meno percorsa da quella centrale in asfalto, è comunque usata.
Solo che il mancato rispetto dei limiti di velocità (ma per i mezzi pesanti anche quando è rispettata) provoca un continuo rumore che sale fino ai piani più alti dei palazzi.
Impossibile tenere le finestre aperte
«D’estate non si può tenere la finestra aperta – afferma Adele Effarotti che è una delle firmatarie della petizione consegnata prima del Covid in Comune – Il rumore è così forte che la tv si sente a malapena nonostante sia messa a tutto volume, per parlare al telefono bisogna chiudersi bene nella stanza più lontana dal fronte strada. Chi ha potuto si è fatto installare l’aria condizionata perché è impossibile rinfrescare e far circolare l’aria dalle finestre, il rumore è assordante. Già ai passaggi delle auto ma la cosa peggiora quando in quella corsia passano i camion o camioncini con i cassoni carichi: i sobbalzi della merce lungo tutto il corso creano un boato insopportabile. Non parliamo poi di cosa succede di notte, quando il corso viene scambiato per una pista da corsa dalle automobili che sfrecciano a tutta velocità. Questo capita sia d’estate che di inverno».
Oltre al rumore anche le vibrazioni
Alcuni commercianti, la sera, spostano la merce più fragile dagli scaffali perché non solo il rumore, ma anche le vibrazioni continue provocate dal passaggio delle auto sul porfido provocano la caduta di barattoli, bottiglie e scatole.
Qualche anno fa, un bar vicino a piazza Torino, ora chiuso, il Charlie, si era ritrovato la vetrina frantumata da un sanpietrino che era “saltato” al passaggio di un autobus di linea. E non era stato un caso isolato seppur, fortunatamente, nessuno fosse mai stato colpito da un cubetto di pietra.
Attraversamenti con brividi
Anche attraversare il corso è un problema, a causa della velocità con la quale viene percorsa la “comoda” corsia asfaltata: «Qui si rischia ogni volta e non sono stati pochi i casi di investimento – prosegue a raccontare la signora Adele a nome anche degli altri residenti – Perché magari si ferma l’auto di una delle due corsie, quasi sempre quella in porfido che, a rigor di logica, ha anche il divieto, quasi sempre disatteso, di superare i 30 km orari, ma su quella centrale, vicino allo spartitraffico arrivano veloci e, considerando il corso come un pezzo di tangenziale che porta dritto dritto in città, non guardano e non si fermano a far passare. Così ti trovi in mezzo al corso, sulle strisce pedonali, con le auto che ti sfrecciano vicino».
L’assessore: “Al momento non è una priorità”
Tutto quanto lamentato dai residenti di corso Torino è stato scritto nell’esposto che venne presentato anni fa e una prima vittoria i residenti l’hanno ottenuta. Nel 2020 l’Arpa ha presentato una relazione sul monitoraggio del rumore, molto approfondita e dettagliata, che ha previsto diversi tipi di rilevazione con conclusioni che danno ragione a chi ha presentato l’esposto per quanto riguarda il “fronte acustico”. In effetti, agli alloggi che si affacciano sul corso, arriva un rumore che supera i limiti consentiti dalla legge.
«Ma da allora non è stato fatto nulla per risolvere il problema – dice una delle residenti – Da quattro anni aspettiamo che il Comune decida di cambiare la corsia in porfido e di disegnare la viabilità del corso in modo da garantire la sicurezza di chi ci vive».
Il Comune, dal canto suo, replica che la soluzione dei problemi di corso Torino non è al momento fra le priorità degli interventi di viabilità previsti.
«Abbiamo già sostituito i passaggi pedonali come chiesto dai residenti, ma la rimozione del porfido non è allo studio. A breve inizieranno le operazioni di potatura e di verifica dello stato di salute dell’alberata, un’altra delle richieste che ci erano state presentate nell’esposto» dice il vicesindaco Stefania Morra.
In passato ai residenti, in una delle volte in cui si erano recati in Comune per ribadire il loro disagio, era stato risposto che una soluzione poteva essere trovare una ditta disposta ad asfaltare la corsia di porfido acquisendo come compenso i cubetti rimossi ma l’assessore Morra, non a conoscenza di questa proposta, ha confermato che non si sta perseguendo questa soluzione.
(Foto Billi)