Domani pomeriggio, martedì, nella sede della Provincia in piazza Alfieri sarà allestita la camera ardente per consentire ai cittadini di dare l’ultimo saluto a Mariangela Cotto che in passato ha ricoperto importanti ruoli nelle istituzioni e nel mondo del sociale e del volontariato. La camera ardente sarà aperta dalle 15 sino alle 20 e il 31 gennaio dalle 8,30 alle 20.Saranno quindi celebrati due rosari: il primo mercoledì alle 19 nella Collegiata di San Secondo e il secondo nella chiesa di San Marzanotto, sempre mercoledì, ma alle 21. Le esequie saranno celebrate giovedì alle 9,30, a San Secondo, con partenza dalla Provincia mentre alle 14,30 un ultimo saluto si svolgerà nella chiesa di San Marzanotto. Mariangela Cotto sarà sepolta nella tomba di famiglia del paese.
Di seguito pubblichiamo i due ricordi di Cotto del sindaco di Asti Maurizio Rasero e del presidente del Consiglio comunale Federico Garrone.
Ogni epoca ha espresso donne e uomini che nei rispettivi territori hanno fatto la differenza. In quella che sto vivendo io, iniziata nel lontano 1998 fra i banchi del Consiglio Comunale di Asti, Mariangela è stata sicuramente una di quelle.
Non catapultata dall’alto, ma arrivata, come piace dire a me, da una lunga gavetta che, dopo più di venti anni di esperienza in circoscrizione, nella sua San Marzanotto, le ha consentito di ricoprire cariche importanti in Comune, Provincia e Regione. Sempre pronta ad ascoltare tutti ed occuparsi di tematiche particolari e delicate come quelle che riguardano gli ultimi, gli indigenti, i più bisognosi, è stata per me maestra, compagna ed amica nel mio percorso amministrativo.
Ricordo in particolare quando, appena eletto consigliere comunale, ho avuto la fortuna di trovare posto nella fila di banchi dietro di lei. Questo mi ha consentito di confrontarmi e consigliarmi sovente con lei, di guardarne gli atteggiamenti ed apprezzarne l’efficacia di azione che si contraddistingueva nel non scoraggiarsi di fronte a nulla, ma anzi nel cercare sempre una soluzione con caparbietà ed impegno. Ed è proprio in quei primi giorni di consiglio vicino a lei che imparai un detto che mi ha accompagnato nei successivi venticinque anni fino ad ora: “La campagna elettorale inizia il giorno dopo le elezioni” ossia dal giorno seguente alle elezioni lavora per meritarti la riconferma nel turno elettorale successivo.
Quando si candidò la prima volta in Regione mi chiese il voto e il mio aiuto, ma fui costretto a malincuore a dirle che non potevo. Apprezzò molto la mia sincerità e continuammo a collaborare anche dopo la sua elezione nel Consiglio Regionale. In particolare, ricordo che mi disse “un voto non preso oggi potrebbe essere un voto preso domani”. Dopo cinque anni, senza che me lo chiedesse, andai io da lei ad offrirle una mano e ricordo ancora come se fosse oggi di averla accompagnata, ad uno ad uno, in tutti i negozi della città in quella che fu una campagna elettorale porta a porta.
Infine, mi sia consentito dire che nel 2017, quando ho accettato di candidarmi a sindaco, prima di farlo, ho sentito il parere determinante di tre persone, una era appunto lei. Eletto, fui onorato poi di chiederle di entrare in giunta per seguire quei temi di cui si era occupata tutta la vita come i servizi sociali e il volontariato. Non solo lo fece, ma riuscì a trasmettermi interesse e passione per gli stessi coinvolgendomi nelle numerose iniziative organizzate.
Perdiamo un punto di riferimento, una persona buona e moderata capace di riappacificare e ricomporre sovente situazioni critiche con, come diceva lei, la politica delle “e” invece di quella delle “o”. Mariangela era il territorio e il territorio non dimenticherà mai il suo impegno e la sua dedizione. Ciao Mariangela.
Maurizio Rasero, sindaco di Asti
Cara Mariangela, non ero pronto, non sono pronto. Ci siamo visti per l’ultima volta lunedì, per iniziare ad organizzare la Tua ennesima iniziativa. Eri di nuovo carica e solare, pronta alla battaglia, indomita. Semplicemente eri di nuovo Mariangela.
Potrei scrivere pagine sulla Tua storia politica, su quanto hai fatto. Ma tanti altri lo faranno meglio di me. Voglio invece ricordarTi per quello che hai rappresentato per me. Per quel giorno di aprile 2012 in cui mi hai chiamato per offrirmi uno dei Tuoi tanti caffè. Ero all’ultimo anno di Giurisprudenza e stavo scrivendo la tesi e Tu avevi deciso che era ora che iniziassi il mio percorso politico. Non c’erano se, non c’erano ma. Per Te era il momento giusto e non dovevo titubare. In fin dei conti sei sempre stata affettuosamente testarda con me. Ai miei dubbi, alle mie paure rispondevi decisa, a volte mettendomi davanti al fatto compiuto.
Ed è proprio così che hai fatto qualche tempo dopo quando mi ha chiamato, per dirmi che Ti eri dimessa dal Consiglio Comunale e che sarei subentrato al Tuo posto. Nessun tentennamento, Tu credevi in me. Ma il Tuo essere, in fin dei conti, è racchiuso nel Tuo unico consiglio che mi hai dato quel giorno: “Parla se hai qualcosa da dire, se no fai silenzio. Ma se sai cosa dire non aver timore e difendi il tuo pensiero fino alla fine”. Ecco, in questo parole ci sei Tu. Caparbia, determinata. Se avevi preso un impegno non Ti arrendevi mai. Goccia dopo goccia scavavi la roccia e raggiungevi il Tuo obiettivo. È così che dal piccolo paese, la Tua San Marzanotto, sei andata lontana, hai girato il mondo. Pronta ad aiutare gli ultimi e attenta ai bisogni di tutti. Sempre con il sorriso e l’ironia, Tua arma vincente per sdrammatizzare i momenti di tensione. Ricordo i giorni della pandemia, in cui eri preoccupata per gli anziani a casa da soli. Ricordo le Tue battaglie per la parità di genere, quella vera, quella che Tu stessa avevi dovuto sudare.
Ricordo la capacità di ripartire sempre e di non demoralizzarsi mai. “Ci lavoriamo Federico” era il Tuo modo per dirmi che non era ancora finita. Invece, ora, mi toccherà lavorarci da solo. Avevi ancora mille idee da realizzare. Sempre con un occhio a San Marzanotto, a casa Tua. Mi hai insegnato l’amore per le proprie radici e come questo non debba essere un limite, ma la forza che ci sorregge per fare grandi cose. Non si può avere paura di volare, ma non bisogna mai dimenticare la strada per casa.
Tu sei questa Mariangela. Lo sei stata per me, per San Marzanotto, per Asti, per i Tuoi cari e le Tue amate nipoti.
Lasci un vuoto enorme, quello che solo i Grandi possono lasciare. Ma lasci sopratutto una via su cui, ora, sta a noi continuare a camminare. Con la Tua calma, la Tua serenità, la Tua caparbietà. Perché goccia dopo goccia si sgretoli il muro delle ingiustizie sociali che Tu, tante volte, hai picconato.
Ciao Mariangela. Grazie.
Federico