Secondo tentativo di vendita all’asta per la la Casa di Riposo “Città di Asti”, l’ex ipab più grande del Piemonte, dopo il precedente bando, scaduto a inizio dicembre e andato deserto. Dopo aver tentato di vendere il lotto composto da beni “mobili ed immobili, organizzati per l’esercizio dell’attività socio-assistenziale e socio-sanitaria accreditata presso Regione Piemonte” con un prezzo a base d’asta di 9.300.000 euro, adesso i liquidatori proveranno a venderlo per “soli” 7.440.000 euro con uno sconto di 1.860.000 euro. Anche in questo secondo tentativo di vendita il rialzo minimo per le offerte, che dovranno pervenire entro le ore 12 del 7 aprile, è fissato a 50.000 euro.
Il bando, come molti sperano, tenterà di dare un futuro alla struttura e ai servizi accreditati dalla Regione nell’ex Ipab (edificio su quale, in ogni caso, saranno necessari interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico per milioni di euro), ma alla vendita è anche collegato il futuro dei dipendenti che non hanno ancora trovato una ricollocazione. Poco più di una ventina di persone, tra cui oss, che da oltre un anno percepiscono il 70% dello stipendio e che, se non dovessero essere riassorbiti nel mondo del lavoro, resteranno senza entrate a partire dal prossimo 1° gennaio.
«La fine dell’anno farà presto ad arrivare e purtroppo ci sono delle oss che vengono chiamate ai colloqui, ma poi scartate perché non hanno la piena idoneità lavorativa – commenta Danilo Moiso, l’ex addetto chef alla mensa della Casa di Riposo e sindacalista Cse Flpl – Io stesso ho avuto una sola proposta di lavoro a 82 chilometri di distanza. Abbiamo scritto al Presidente della Regione Alberto Cirio chiedendogli di riceverci, ma senza ottenere risposta. Chiediamo che si tenga alta l’attenzione sul caso perché, a fine anno, saremo disoccupati e senza NASpI». Anche dalla Cgil di Asti fanno sapere di aver chiesto un nuovo incontro in Regione, che non ha avuto ancora seguito.