Cerca
Close this search box.
"Coefa", "ramassin", "berlichè"direttamente dall'arabo al dialetto
Cultura e Spettacoli

"Coefa", "ramassin", "berlichè"
direttamente dall'arabo al dialetto

Tracce saracene in terra astigiana: una questione da approfondiredi Maria Grazia CavallinoSe la città di Asti fu risparmiata dalle incursioni dei Saraceni, e sarebbe interessante studiare in modo

Tracce saracene in terra astigiana: una questione da approfondire
di Maria Grazia Cavallino

Se la città di Asti fu risparmiata dalle incursioni dei Saraceni, e sarebbe interessante studiare in modo più approfondito i motivi di questa incolumità, in varie aree del nostro astigiano molti toponimi sembrano indicare stanziamenti almeno temporanei.
(?) Può essere interessante prendere in esame l'antroponimia e la toponomastica che presentano nomi con struttura e origine araba così come la terminologia del dialetto che contiene vari termini, alcuni ormai in disuso, che curiosamente nascono proprio da questa lingua: "coefa" (da keifa, velo), "bornia" (da brnia, vaso), "ramassin" (nome arabo per indicare la prugna), "faoda" (da fodhal, grembiule), "cossa" (da kusa, zucca), "mamaloc" (da mamaluk, schiavo), tassa, berlichè, babao e molte altre.
Riguardo la toponomastica le tracce sono significative. A Vinchio, come riferisce Aldo di Ricaldone, nel 1659 era attestata la presenza del toponimo "ad castrum Saracenorum" poi diventato colle dei Saraceni che indicherebbe quindi qualcosa di più di un nascondiglio temporaneo. A questa si aggiungono molte altre località che riportano il nome "saraceno o paganum" nei territori di Viarigi, Grana, Castagnole Lanze, Castagnole Monferrato, Castelnuovo Calcea, Cerro Tanaro, Mombercelli per non parlare di quelle che derivano direttamente dall'arabo come Albugnano, la regione Caffi (da kafir, miscredente).
(?) Cognomi piemontesi come Mossotto (da Mas'ud, felice), Barbero, Negro, Taricco (da Tariq, strada) esistenti ancora oggi sul nostro territorio sono forse l'eredità di arabismi medievali sopravissuti fino a noi, a differenza di Macaluffo e Saraceno presenti in epoca medievale ad Asti e oggi scomparsi.

Tracce toponomastiche delle incursioni saracene nel territorio della provincia di Asti
di Ermanno Eydoux

(?) L'ultima risorsa oggi ancora a nostra disposizione per conoscere qualcosa di più intorno alle scorrerie dei Saraceni nel territorio della provincia di Asti ci è offerta dalla toponomastica. E' però una toponomastica mal ridotta dalle avarie subite nei secoli successivi le quali hanno influito su non pochi nomi modificandoli o addirittura sostituendoli con altri di nuovo conio.
(?) Spero comunque di offrire un contributo utile indicando alcuni toponimi che ho incontrato nel corso di diverse ricerche, pur nella consapevolezza che risultati ben superiori potrebbero essere raggiunti da coloro che avessero la possibilità di consultare i vecchi catasti dei molti comuni di provincia.
Ecco dunque i toponimi reperiti che fanno esplicito riferimento ai Saraceni: Sarassino o Saracino nel Comune di Castagnole Lanze; Saranzeno a Castagnole Monferrato; Campo dei Saraceni oggi Serradiata a Castelnuovo Calcea; Sarassina o Sarrasina a Cerro Tanaro, Bricco dei Saraceni a Mombercelli, Colle dei Saraceni a Vinchio.
(?) Abbiamo già potuto notare come, per indicare i Saraceni e i loro associati, il Vescovo di Asti usi semplicemente il termine "pagani". Anche la toponomastica a volte si comporta nello stesso modo.
A Grana essa ci segnala una "terra pagano", a Fontanile un "Passo dei Paiani" e a Viarigi un "puteum Paganum". Dubito peraltro che la "terra pagano" attestata nel 1088 e confinante con una "terra neuroni" possa indicare una proprietà saracena risalente all'epoca delle incursioni. Ritengo inoltre che il "puteum paganum" non sia altro che un pozzo usato a suo tempo da gruppi di saraceni in transito.
(?) E' probabile che la toponomastica astigiana conservi ancora qualche ricordo dei Berberi e dei Mauri. Al riguardo le incertezze sono però troppe e fanno ritenere che la formazione di toponimi del genere sia spesso estranea all'epoca che ci interessa. Poiché i territori originari dei Berberi e dei Mauri sono stati a lungo soggetti al dominio romano, non manca nell'Astigiano qualche loro traccia anteriore alle incursioni come ad esmpio ai marci della valle del Rilate troviamo un Munte Maurinj attestato nell'anno 896.
Vero punto dolente dell'intera ricerca è che sembra quasi impossibile comprendere se i moltissimi toponimi formati dalle parole moro, nero e negro e loro derivati risalgano o meno all'epoca delle incursioni saracene. Sono infatti denominazioni ancora oggi piuttosto diffuse tra i cognomi italiani e si tratta di termini di uso comune.
(?) Non è da dimenticare inoltre che la parola moro può indicare il gelso, l'albero che produce le more.
(?) A mio parere, salvo qualche eccezione, la formazione dei toponimi Nero, Negro, Moro e simili si colloca in epoca posteriore alle scorrerie saracene. Se non fosse così, non di incursioni si dovrebbe parlare, ma di una vera e piuttosto estesa conquista territoriale.

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale