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Asti, primo giorno di protesta dei trattori fra rivendicazioni e disciplina

Il presidio in piazza d’Armi è stato pacifico e aperto a tutti coloro che volevano confrontarsi con le richieste degli agricoltori. Nei cartelli la sintesi delle ragioni che hanno mosso i manifestanti

Si è chiuso il primo giorno di protesta dei trattori nella città di Asti. Da stamattina circa 250 agricoltori con i loro mezzi di lavoro insieme alle loro famiglie e a cittadini che si sono spinti fino nella ex piazza d’Armi per conoscere da vicino le ragioni della manifestazione che da settimane sta infiammando il mondo agricolo, hanno riempito l’ampia superficie assegnata nella zona periferica della città.

Un rimorchio attrezzato con potenti casse acustiche è stato il cuore della manifestazione; sopra si sono avvicendati i portavoce della protesta, agricoltori che hanno voluto raccontare le loro esperienze, tanta musica e i politici che hanno fatto visita al presidio. Fra essi il vicepresidente della Regione Fabio Carosso, che già aveva incontrato i manifestanti in precedenti presidi.

Ha preso la parola e ha fatto una dettagliata relazione sullo stato di avanzamento delle richieste degli Agricoltori Autonomi fatte durante il presidio di Alessandria 15 giorni fa.

 «Registriamo l’interessamento della Regione alle nostre istanze che dice di essersi presa a cuore la nostra situazione – si legge in una nota degli organizzatori della protesta – dice che abbiamo ragione a protestare. Prendiamo altresì atto dell’incontro che si terrà al Ministero il 20 febbraio per cercare di modificare delle regole e semplificare alcuni aspetti burocratici evidenziati. Dobbiamo però stare ai fatti: ad oggi la Regione non ha fatto ancora nulla di quanto promesso. Attendiamo quindi l’incontro tra Regione e Ministero, vigileremo sul rispetto degli impegni presi pubblicamente e non molleremo. Ribadiamo di non volere deroghe, ma cambiamenti veri».
Gli agricoltori sono arrivati dalla provincia di Asti e da quella di Alessandria, organizzati anche per il pranzo “sociale” ad offerta. «Perchè va sottolineato – dicono gli organizzatori – che questo è un movimento spontaneo completamente autofinanziato dagli agricoltori. Non rispondiamo ad alcuna bandiera politica nè riceviamo soldi da qualcuno per scendere in piazza. E’ per questo motivo che ogni trattore issa la bandiera italiana, quel tricolore che tutti noi rispettiamo e nel nome del quale portiamo avanti le nostre rivendicazioni».
Più di ogni discorso, sono stati i tanti cartelli apposti sui musi dei trattori a spiegare il senso di questa protesta: “La nostra fine sarà la vostra fame”, “Vogliamo lavorare la nostra terra”, “La burocrazia non ha mai sfamato nessuno”, “Pane, pasta o fotovoltaico? Le api ringraziano”, “…E anche oggi hai mangiato grazie ad un agricoltore”.
Una giornata senza alcun momento di tensione nè violazione delle restrizioni molto severe imposte dalla Questura di Asti. «Certo, avremmo voluto potuto portare il corteo dei trattori in città, ma non ci è stato consentito. Ci hanno dato questo posto molto periferico come molto periferico sarà il corteo di domani pomeriggio. Ma siamo persone che le regole le rispettano. Non siamo dei vandali o dei mezzi delinquenti come qualcuno ha voluto farci passare nei giorni scorsi. Fin da ora ci scusiamo se ci saranno disagi alla circolazione domani, ma qui è davvero in gioco il nostro futuro. E visto che il nostro lavoro è coltivare cibo per tutti, in gioco c’è il futuro di intere comunità».
Confermato il programma di domani con l’arrivo molto mattiniero dei trattori in piazza d’Armi (è stato intimato loro di giungere entro le 7), presidio fino alle 15 e poi partenza del corteo che raggiungerà corso Alessandria, girerà intorno alla rotonda del Palio, percorrerà via Maggiora fino alla rotonda nei pressi di Gino Mercedes e farà il viaggio di ritorno alla postazione della manifestazione. Durante lo svolgimento le vie interessate dal corteo saranno chiuse al traffico.
(Ago foto)

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