Una storia d’amore lunga 75 anni (e anche un po’ di più contando il fidanzamento) quella che domenica è stata festeggiata a Chiavari ma che parla astigiano.
A raggiungere il traguardo delle rarissime “nozze di brillanti” sono stati Lucio Tomalino e Amelia Casaloni, entrambi classe 1926.
Quello di Tomalino è un nome conosciutissimo nella nostra città e nella nostra provincia. Intanto per la sua brillante carriera di enologo al servizio di numerose e prestigiose cantine vinicole e poi, soprattutto, per la sua lunghissima presidenza dell’Israt, l’Istituto storico della Resistenza di Asti.
Lui della Resistenza è stato un protagonista, con il nome di battaglia “Vetta”, nella Divisione partigiana Langhe.
Nato a Vernazza, nelle splendide Cinque Terre, ha profonde radici astigiane per via del padre, originario di Castello d’Annone. Ha frequentato la Scuola Enologica di Alba e legato la sua giovinezza a quella di uno zio paterno di ritorno dagli Stati Uniti dove aveva lavorato come scenografo di Charlie Chaplin.
Il richiamo delle radici riportò lo zio a Castello d’Annone dove comprò una cascina e si mise a coltivare la terra con l’aiuto di quel nipote, Lucio, a cui era molto legato.
Poi gli anni della Seconda guerra mondiale e la Resistenza che ebbe anche in Amelia, sarta di Castello d’Annone, una staffetta partigiana coraggiosa.
Fu un veglione di carnevale del 1947 a far capire loro che erano fatti l’uno per l’altro.
Già si conoscevano, perchè entrambi vivevano a Castello d’Annone e il paese piccolo favoriva gli incontri, ma fu quella la sera in cui avvenne la dichiarazione d’amore.
Una dichiarazione lunga 75 anni che ha portato a frutti molto importanti: due figli, Enrico e Massimo, (quest’ultimo fondatore e presidente del Magmax di Asti, il museo di mineralogia più piccolo del mondo) e una vivace folla di nipoti e pronipoti.
Finita la guerra, Tomalino lavorò per molte aziende astigiane e intraprese anche la carriera di consulente enologo per stabilimenti vinicoli in Sud America, Russia e Polonia, nazioni in cui erano cominciati gli impianti vinicoli intensivi.
Sempre affiancando il suo instancabile impegno per il mantenimento della memoria della Resistenza.
Amelia si occupò della sua famiglia e nel 2014 decisero di trasferirsi a Chiavari, dove attualmente vivono e dove hanno festeggiato l’importante anniversario.
Anche se spesso tornano ad Asti per trovare figli e nipoti.
Lucio, ancora lucidissimo, passa le sue giornate a leggere, informarsi e fare le parole crociate per tenere la mente sempre in allenamento.