L’ultimo appuntamento di Passepartout en hiver è stato dedicato alla pedagogista Lina Guenna Borgo e al libro “Eredità educativa di Lina Guenna” (Team Service Editore), un approfondito percorso di riflessione nato dalla collaborazione tra Agnese Argenta, Rosangela Cuniberti, Marinella Di Francisca, Marilena Galante, Laurana Lajolo e Sabrina Rosio dell’associazione culturale fondata nel 2017 e intitolata “Le donne della Lina”.
Le artiste ospiti
A presentare l’evento Mario Tanino, mentre le artiste ospiti sono state Rossana Turri, da trentacinque anni creatrice dei Teatrini di Rox, e Marisa Garramone, coordinatrice CNA artisti. Il significato dell’opera tridimensionale presentata da Turri è il desiderio di crescere senza perdere i propri sogni. “In questo – sottolinea l’artista – possono aiutare educatori illuminati come lo fu Lina Borgo”. “Il mio quadro è il racconto grafico di ciò di cui si andrà a parlare – ha invece commentato Marisa Garramone – un’opera che rappresenta la vita lavorativa di Lina”.
La foto del dipinto di Garramone è pubblicata sulle prime pagine del libro ed è stata donata dall’artista alla scuola d’infanzia che porta il nome della pedagogista.
Il ritratto di Lina Borgo
“Incominciamo con un filmato preparato dagli studenti del Liceo Artistico con consulenza del prof. Andrea Marello – ha esordito Laurana Lajolo, moderatrice dell’incontro – che attraverso fotografie senza tempo racconta la vita di Lina Borgo”.
Nata a Novi Ligure nel 1869, si trasferì ad Asti nel 1911 dove accettò di dirigere un asilo, che chiamò “Educatorio infantile”, per i figli di operai della vetreria e della Way Assauto. Donna moderna e appassionata, aveva capito che per formare in modo positivo i bambini era necessario coinvolgerli, commuoverli, interessarli, circondarli di bellezza. Metodi innovativi, per quei tempi, quando lei già parlava di pace anche con l’opera teatrale del 1913 intitolata “Ramo d’ulivo” che fece interpretare agli stessi bambini dell’asilo.
“Quello che vogliamo fare oggi è mettere l’accento sul metodo educativo di Lina Borgo – ha sottolineato Lajolo – e sulle esperienze che oggi si fanno nell’asilo a lei dedicato”. “Mi sono appassionata alla storia di Lina – ha detto Marilena Galante, che a Lina ha dedicato la tesi di laurea – e alla sua azione educativa, una pedagogia attiva in una scuola aperta a tutti, che include, che accoglie e che per insegnare utilizza l’arte”.
Un personaggio all’avanguardia che pensa la scuola anche come un mezzo di rivalsa e che, contrariamente a Maria Montessori, mette in primo piano l’abilità dell’insegnante. “Nulla, nel progetto educativo della maestra Lina – aggiunge Rosangela Cuniberti – era lasciato al caso”. “Un’innovazione didattica che per me è stata fonte di ispirazione – ha commentato Marinella Di Francisca che si occupa dei laboratori teatrali – dove l’uso incantatore della narrazione deve coinvolgere”. Sabrina Rosio, infine, ha raccontato cosa è rimasto oggi della storia di Lina. “Le attività che lei insegnava – ha detto – sono assolutamente attuali, sia quelle teoriche sia quelle pratiche, dalle regole al disegno a pavimento”.