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DIEGO FURIA ()
Agricoltura
Precipitazioni

Pioggia toccasana e preoccupazione per gli agricoltori: urge piano invasi per trattenere risorse idriche

Coldiretti richiede un coordinamento tra enti preposti

Le abbondanti precipitazioni degli ultimi giorni, laddove non hanno provocato danni, sono stati un toccasana per l’agricoltura, che potrà tornare a contare su una stagione più proficua e, altresì, su fiumi e laghi rimpinguati, almeno fino all’inizio della prossima estate, grazie anche alle abbondanti nevicate in alta quota, ma non basta.

Intanto, ancora una volta, i cambiamenti climatici si stanno manifestando in tutta la loro natura, con fenomeni più concentrati, intensi e talvolta violenti, rispetto al passato.

“Siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense nonché il rapido passaggio dal caldo al maltempo; il tutto, purtroppo, non giova ad un territorio già reso fragile dal consumo di suolo, in termini di cementificazione, e dal dissesto idrogeologico” osserva il Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “Se da un canto le piogge, con la risalita del livello dei fiumi e dei laghi, rappresentano un toccasana per l’agricoltura, parimenti, le modalità con cui gli eventi atmosferici si manifestano preoccupano sempre più, per il forte impatto che procurano”.

“Malgrado le abbondanti precipitazioni” prosegue il Direttore Diego Furia (foto), “in Italia si recupera solo l’11% dei 300 miliardi di litri di acqua che, ogni anno, cadono lungo l’intera penisola: uno spreco inaccettabile, per un territorio a fortissimo rischio desertificazione e con cronica carenza di acqua, in alcune aree, anche per i cittadini. Per questo, Coldiretti ha elaborato con ANBI il progetto laghetti, per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio utili a conservare l’acqua e a distribuirla, al bisogno, ai cittadini, all’agricoltura e all’industria. In Piemonte, le precipitazioni degli ultimi giorni non sono di certo risolutive di una crisi idrica che va avanti ormai da anni. Stoccare all’interno di invasi l’eccesso di acqua riversatasi avrebbe dovuto essere una priorità da programmare in anticipo. Ora, occorre correre perché la disponibilità di invasi è più che un’impellenza”.

“Riteniamo, dunque, improrogabile la realizzazione di una rete diffusa, a basso impatto ambientale, di infrastrutture multifunzionali di trattenuta e accumulo dell’acqua; solo in questo modo riusciremo a assicurarci stabilmente le sempre più preziose riserve idriche, garantendo al contempo una migliore gestione del territorio in termini di prevenzione dai danni alluvionali” concludono Monticone e Furia. “Inoltre, torniamo a ribadire, che è fondamentale definire un coordinamento tra gli enti preposti alla gestione dell’acqua affinché, previa un’attenta pianificazione, vengano messi in atto interventi strutturali per efficientare e incrementare la capacità complessiva di stoccaggio delle risorse idriche. Indispensabile, inoltre, sarà il ricorso ai fondi strutturali, iniziando da quelli stanziati nell’ambito dello Sviluppo Rurale”.

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