Aggredito nel silenzio della città che si stava appena svegliando, preso con ferocia a colpi in testa con un crick o un oggetto analogo usato come spranga e lasciato morire sull'asfalto di piazza Campo del Palio, accanto al camion che ogni giorno impiegava nel suo lavoro. Così è stato ucciso nella notte di giovedì Francesco Indino, 52 anni, originario di Bari e residente a Montechiaro. Faceva da qualche mese l'autotrasportatore per…
Aggredito nel silenzio della città che si stava appena svegliando, preso con ferocia a colpi in testa con un crick o un oggetto analogo usato come spranga e lasciato morire sull'asfalto di piazza Campo del Palio, accanto al camion che ogni giorno impiegava nel suo lavoro. Così è stato ucciso nella notte di giovedì Francesco Indino, 52 anni, originario di Bari e residente a Montechiaro. Faceva da qualche mese l'autotrasportatore per una ditta di ortofrutta che ha sede a Costigliole e ogni mattina presto posteggiava la sua auto in piazza e si metteva alla guida del camion frigo che lasciava parcheggiato nella stessa piazza Campo del Palio per raggiungere i mercati e consegnare frutta e verdura al banco di vendita nei quali veniva allestito.
Così deve aver fatto anche ieri mattina: la sua auto si trovava posteggiata lì, a pochi metri, e tutto indicherebbe, al momento, che l'uomo stesse per salire sul veicolo quando qualcuno lo ha raggiunto, sorprendendolo forse alle spalle. È stato un pendolare, di passaggio in piazza, a notare intorno alle 5 il corpo esanime dell'uomo accanto al veicolo, in una pozza di sangue. Subito è stato dato l'allarme e polizia e carabinieri in un attimo sono arrivati sul posto. Delle indagini si occupa la polizia, che, secondo una prima analisi della scena del crimine, tenderebbe a pensare a come meno probabile l'ipotesi di una rapina finita male. Non mancava infatti il suo portafoglio, il camion era al suo posto, da esso nulla mancherebbe e pare che non trasportasse niente di valore.
Le prime pattuglie arrivate in Campo del Palio hanno delimitato l'area, in attesa degli esperti della Scientifica della polizia, che hanno lavorato fino a mattino inoltrato per effettuare i rilievi. Poi l'esame del corpo da parte del medico legale e l'arrivo del pm Ardoino che coordina l'indagine della Questura. Per dare avvio agli accertamenti e raccogliere testimonianze e particolari utili erano presenti il commissario capo Loris Petrillo, capo della Squadra mobile, e il suo vice Marco Primavera con i loro uomini, e il commissario capo Angela Coppola, responsabile delle Volanti. Presenti anche i carabinieri, con il capo dell'Investigativa, il maggiore Marco Pettinato, e il comandante della stazione di Asti, il capitano Alberto Degli Effetti. E gli agenti della polizia municipale.
Si indaga ora ad ampio raggio, per ricostruire l'ambiente in cui potrebbe essere maturata l'aggressione che ha provocato la morte di Indino. Forse una lite, una discussione, degenerate in un orrendo delitto. Forse per motivi economici. Difficile pensare ad un agguato vero e proprio con la volontà di uccidere, se si prende in considerazione lo strumento con cui Indino è stato aggredito: per tale scopo si sarebbe più probabilmente usata un'arma da fuoco. Nella giornata di ieri la Squadra mobile ha lavorato a raccogliere diverse testimonianze e sono state sentite dagli investigatori le persone che facevano parte della vita dell'uomo, così brutalmente massacrato, o che in vario modo ruotavano intorno ad essa. Il dato certo è che l'aggressione nei confronti di Indino, uomo fisicamente robusto, è stata di grande violenza. Sono inoltre state acquisite diverse immagini da parte degli inquirenti, che nelle prossime ore verranno esaminate in cerca di elementi di indagine. L'uomo aveva qualche precedente di polizia, di cui non è stata diffusa la natura.
Intanto giunge un intervento dell'onorevole Paolo Romano del Movimento 5 Stelle: «Asti non è più una piccola provincia del nord opulento come un certo immaginario la vuole rappresentare. La provincia di Asti ha problemi non dissimili ad altre difficili realtà del Paese come i dati sulla criminalità, la disoccupazione e il disagio sociale ci mettono costantemente in evidenza. Pertanto Asti ha bisogno più che mai della presenza dello Stato e questo è possibile nominando quanto prima il nuovo prefetto e non riducendo i servizi per la sicurezza, ma aumentandoli».
Marta Martiner Testa