E’ stato raggiunto ai primi di agosto, dopo oltre una settimana di sciopero, l’accordo tra sindacati e azienda Al.Pi
E’ stato raggiunto ai primi di agosto, dopo oltre una settimana di sciopero – tra presidi davanti allo stabilimento e numerosi tentativi di mediazione – l’accordo tra sindacati e azienda “Al.Pi” (ex Pelissero Carni) di Baldichieri (specializzata nella macellazione, lavorazione, import ed export di carni).
Lo sciopero era cominciato il 26 luglio, proclamato da Flai Cgil e Uila Uil per protestare contro il cambio di appalto della gestione dei servizi di manodopera, che dal 1° agosto passava dalla cooperativa “Medicea” alla “Officina del lavoro srl”. Sindacati e lavoratori lamentavano, infatti, che «il cambio di appalto era stato deciso nel corso dell’assemblea dei soci del 20 luglio, seguito dalla firma “a sorpresa” di un accordo per il nuovo contratto (nazionale del settore terziario) da applicare ai 120 lavoratori dell’azienda, firmato dalla proprietà e da un solo sindacato, il Cisal, decisamente minoritario in azienda».
Una “doccia fredda” in particolare per la Cgil – chiamata con la Uil dai lavoratori, che temevano il peggioramento delle condizioni contrattuali e possibili licenziamenti – in quanto aveva firmato un accordo con la “Medicea”, che sarebbe andato a regime dal 1° gennaio 2017, «mirato al miglioramento contrattuale dei lavoratori». Cgil e Uil hanno quindi portato avanti la protesta, chiedendo di «stracciare l’accordo firmato con Cisal e trovare un contratto idoneo al lavoro svolto, garantendo l’occupazione e la continuità delle condizioni lavorative». Il tutto mentre la proprietà (che ricordava come il cambio di appalto «era solo dovuto alla disdetta del contratto da parte di “Medicea”») e Cisal difendevano l’accordo firmato, sottolineandone la garanzie a livello occupazionale e gli aspetti migliorativi.
A risultato raggiunto, i sindacalisti di Cgil e Uil si mostrano soddisfatti. «Per noi, per i lavoratori – hanno commentato “a caldo” Paolo Capra (Flai Cgil) e Alberto Battaglino (Uila Uil) – è un risultato straordinario, perché abbiamo impedito che si applicasse un altro contratto con valori e diritti più bassi. E, inoltre, perché abbiamo ristabilito il principio che venga applicato un contratto nazionale alimentare ed aziendale più rappresentativo, sottoscritto da noi e anche dalle Rsu del settore della macellazione, inserendo una clausola sociale con regole sui cambi d’appalto, mantenendo un’anzianità convenzionale, gli stessi scatti di anzianità e livelli d’inquadramento».
«Con questa intesa – hanno proseguito – sono stati evitati i licenziamenti annunciati dall’azienda (pari a circa 60-70 lavoratori). Tra questi, soltanto 7 hanno deciso volontariamente di esseri licenziati; pertanto sono state trovate soluzioni con l’azienda che consentano di percepire la disoccupazione».
«Come sindacati – concludono – vigileremo e faremo di tutto per far rispettare i contratti sottoscritti e le leggi. A vertenza ultimata vogliamo quindi ringraziare i lavoratori, per il coraggio e la determinazione, oltre che le Forze dell’ordine e la Digos, per il lavoro svolto con attenzione e dedizione. E ancora, il Prefetto Paolo Formicola, il sindaco di Baldichieri Gianluca Forno e la Direzione territoriale del lavoro di Asti che si sono adoperati nel cercare una mediazione possibile, lasciando poi alle parti la trattativa, che si è conclusa positivamente».
Da parte sua l’azienda interviene sull’esito della vertenza facendo “qualche passo indietro”. Ovvero, ricordando che «il contratto Cisal, proposto come alternativa a quello applicato dalla cooperativa dimissionaria, non prevedeva alcuna variazione in diminuzione relativo a retribuzione, contributi e a qualsiasi altro diritto acquisito dai dipendenti al 31 luglio. Il cambio d’appalto prevedeva livelli occupazionali garantiti, nessun periodo di prova, scatti d’anzianità mantenuti e piano ferie invariato».
«Tuttavia – prosegue la proprietà – a seguito delle proteste sindacali avviate da Flai Cgil e Uila Uil, del loro rifiuto di accettare un contratto aziendale che permettesse ad ogni lavoratore la libera scelta del sindacato da cui farsi rappresentare, è stato raggiunto un accordo. Accordo che ha visto la sottoscrizione, da parte della società subentrante nell’appalto, del contratto nazionale alimentare siglato da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil. Al proposito ringraziamo le autorità che si sono occupate della vertenza, che hanno favorito il dialogo e abbassato i toni dello sciopero, i lavoratori che hanno collaborato con l’azienda, che hanno permesso la continuità della produzione e rinnovato la fiducia costruita in questi anni».
Elisa Ferrando