La Fondazione Centro di Studi Alfieriani porta l’arte contemporanea tra le sale di Palazzo Alfieri. Da sabato 20 aprile fino al 15 settembre, nei locali del Museo Alfieriano, aprirà infatti al pubblico la mostra “Alfieri revisited”, esposizione di serigrafie tratte da fotografie di scena e incisioni con ritratti di Alfieri (1749/1803) firmate dall’artista americano Daniel Rineer. Promossa dalla Fondazione Centro di studi alfieriani, rappresenta un tentativo di dialogo fra arte del passato e del presente.
La volontà del presidente Mattioda
Tentativo che risponde ad una precisa volontà del nuovo presidente della Fondazione, il prof. Enrico Mattioda (nella foto in alto), per cercare di modificare la percezione che si ha oggi del poeta astigiano. Come ricorda il presidente, Alfieri fu tra i primi a riconoscere l’importanza di tramandare i suoi ritratti, ma la stagione risorgimentale ha finito per ingessare e monumentalizzare la sua immagine pubblica. Non era andata meglio in ambito privato, se già a inizio Novecento Guido Gozzano inseriva il busto di Alfieri tra “le buone cose di pessimo gusto”, in una galleria del Kitsch che comprendeva pappagalli impagliati, fiori sottovetro, orologi a cucù. «Non era il caso – afferma Mattioda – di aggiornare il catalogo delle cose di pessimo gusto. Piuttosto occorreva rileggere le immagini di Alfieri e del suo teatro per avvicinarle a noi. Per questo motivo ho pensato all’artista newyorkese (ma ora residente a Torino) Daniel Rineer, che forma le sue opere d’arte a partire da immagini precedenti. A lui abbiamo affidato le immagini dell’archivio della Fondazione come base per le sue serigrafie. Ma queste entrano poi in dialogo con le immagini e gli oggetti del museo, dialogano con loro, creano contrasti. Un metodo di lavoro che Rineer ha elaborato negli anni di lavoro al MoMa di New York».
Un obiettivo che segnala il nuovo corso della Fondazione Centro di Studi Alfieriani: non solo studi ed edizioni scientifiche (che comunque continueranno), ma anche attenzione al pubblico, all’immagine di Alfieri. «Ho raccolto una sfida impegnativa – dice ancora Mattioda – ma ho trovato grande disponibilità da parte delle istituzioni astigiane e delle associazioni presenti sul territorio. Dopo pochi mesi dalla mia nomina, posso dire che l’impegno che sto profondendo inizia a dare i suoi frutti grazie a uno spirito di collaborazione con le istituzioni».
La mostra
Oltre trenta serigrafie, due video, stendardi trasformano il museo di Alfieri per avvicinarlo alle nuove generazioni: «Anche per questo motivo – riprende Mattioda – stiamo pensando ad alcune aperture serali, con aperitivo e musica. Ma non ci fermiamo qui. Abbiamo da poco avuto la notizia della visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Museo Alfieri. Al riguardo, lo scorso dicembre avevo promesso al sindaco Maurizio Rasero di preparare una mostra di manoscritti alfieriani per la visita del Presidente. La data fissata per la visita ci costringe a “correre”, ma contiamo di terminare in tempo affinché il presidente possa inaugurarla”.
Chi è Daniel Rineer
Daniel Rineer, classe 1981, vive a Torino dal 2019 dopo gli anni della gioventù trascorsi tra diverse città degli Stati Uniti e Manila nelle Filippine.
Basandosi su immagini fotografiche sia fisse che in movimento, crea composizioni applicando una vasta gamma di tecniche, utilizzando sia immagini d’archivio sia proprie, ma sempre elaborandole e trasformandole.
Come sottolinea il presidente Mattioda, gran parte delle sue competenze derivano dai molti anni trascorsi lavorando in rinomati musei e gallerie a New York City, al fianco di celebri artisti e curatori, ognuno dei quali gli ha trasmesso idee, tecniche e capacità di risolvere problemi.
Oltre ad essere artista, Rineer lavora anche come insegnante, traduttore, cantautore, ingegnere audio e musicista. Attualmente, suona e collabora nel gruppo musicale “Plastic Palms”.
La mostra sarà visitabile col biglietto d’ingresso al museo o lo Smart Ticket. Per ulteriori informazioni: 0141/530403, 388/1640915.