Un numero esatto è impossibile averlo dei partecipanti alla Asti in Rosa 8 perchè le 500 magliette fucsia con logo grigio disegnate da Ivo Anselmo e stampate da Errea, sponsor dell’iniziativa, sono state “bruciate” nei primi giorni di iscrizioni. E questa sera, allo stadio comunale, sono state tantissime le persone (soprattutto donne) che si sono presentate ugualmente alla camminata indossando le magliette di passate edizioni. Una stima parla di un serpentone di camminatori di almeno mille persone partite dallo stadio che hanno fatto il classico giro di Viatosto per tornare al Censin Bosia ad assistere alle esibizioni delle scuole di ballo e delle palestre astigiane amiche della Lilt, l’associazione che organizza Asti in Rosa.
Lungo il percorso tante donne di ogni età, ma anche uomini e poi bambini (alcuni piccoli in passeggino e carrozzina) e cagnolini con la loro “maglietta d’ordinanza”. Un “anello” a piedi con sosta panoramica alla chiesa di Viatosto fra amabili chiacchiere e saluti dai nonnini della casa di riposo monsignor Marello che hanno atteso il passaggio dei camminatori al cancello. Saluti anche dai camionisti che transitavano sull’autostrada e che, sul ponte di Viatosto, non hanno non potuto vedere la “macchia rosa” che ha illuminato la sera.
A tutti i ringraziamenti dei volontari e del dottor Marino, presidente di Lilt che ricorda come il ricavato di questa straordinaria dimostrazione di solidarietà per la prevenzione oncologica femminile (ma non solo) andrà a finanziare i costi che la sede di via Bonzanigo deve sostenere per mantenere in attività gli ambulatori in cui si fanno incontri e visite a puro scopo preventivo. Un valido aiuto che si va ad affiancare agli screening della sanità pubblica.
(Fotoservizio Billi)