Deve scontare 6 anni, 8 mesi di carcere: cala il sipario sulla lunga e travagliata vicenda giudiziaria di Giuliano Soria, ex patron del premio Grinzane Cavour, originario di Costigliole d’Asti.
Con una condanna a 6 anni, 8 mesi e 17 giorni di carcere, cala il sipario sulla lunga e travagliata vicenda giudiziaria di Giuliano Soria, ex patron del premio Grinzane Cavour, originario di Costigliole d’Asti.
Questa, infatti, la sentenza arrivata ieri sera dalla Corte di Cassazione di Roma che ha concesso un piccolo “sconto” di pena rispetto a quanto deciso dalla Corte d’Appello di Torino (8 anni e 3 mesi).
Diverse le accuse che lo hanno messo al tappeto, la più importante fra le quali quella di aver distratto per spese personali circa 4 milioni di euro di fondi pubblici destinati alla promozione culturale e stanziati direttamente dal Ministero dei Beni Culturali.
Appartamento in centro a Torino, casa al mare ad Ospedaletti e altro appartamento a Parigi sarebbero stati acquistati con fondi che invece erano destinati a musei e ristrutturazioni di sedi storiche destinate ad accogliere eventi importanti, fra i quali il castello di Costigliole.
In mezzo anche un’accusa di molestie sessuali e maltrattamenti al suo maggiordomo straniero.
Da una condanna a 14 anni e mezzo in primo grado, si è passati a quella dettata ieri dalla Cassazione, che ha respinto la richiesta del suo procuratore generale di rinvio degli atti alla Corte d’Appello di Torino per una derubricazione dei reati in peculato in truffa e abusi in atti d’ufficio.
La sentenza definitiva è stata notificata nella mattinata di mercoledì a Soria, che si trovava nel suo appartamento torinese. Il suo difensore ha chiesto per lui gli arresti domiciliari perché Soria sarebbe seriamente malato ad una gamba per una infezione che lo costringe a spostarsi in sedia a rotelle.
Daniela Peira